lunedì 23 febbraio 2015




LA PALLOTTOLA IMPAZZITA DI JFK


 
L’assassinio di John F. Kennedy , avvenuto a Dallas il 22 novembre del 1963, è stato probabilmente il primo avvenimento che ha comportato la nascita e la diffusione del complottismo contemporaneo ed è certamente fra le pochissime vicende nelle quali la teoria del complotto è riuscita a imporsi, a livello di opinione pubblica, sulla verità costituita dai fatti documentati e accertati. Nel tempo le teorie complottiste più ardite sono state smentite dall’evoluzione tecnologica, che ha consentito di ricostruire al computer la dinamica dell’assassinio dimostrando che la traiettoria della prima pallottola che colpì Kennedy è perfettamente compatibile con la posizione da cui sparava Oswald così come è compatibile il suo percorso attraverso il bersaglio.

Lee Oswald sparò dal sesto piano di un edificio. Pare che il primo colpo di fucile sia andato a vuoto, il secondo abbia colpito il presidente nella schiena, sia fuoriuscito sotto il pomo d'adamo, abbia poi colpito il governatore Connelly al torace incrinandogli una costola, spezzandogli il radio, e infine abbia concluso la straiettoria nella coscia appena sotto pelle, avendo ormai perso potenza.
Film, documentari, libri e giornali hanno reso nota la teoria secondo la quale le ferite del presidente Kennedy e del governatore Connally sarebbero tali per cui, se mai fossero stati attraversati da un unico proiettile, questo avrebbe dovuto compiere una inverosimile traiettoria a zig-zag. Per anni all’opinione pubblica sono state presentate ricostruzioni basate su disegni che non tengono conto della reale posizione delle due vittime sulla Lincoln presidenziale. Infatti, per rendere incompatibile la tesi di un unico sparo, JFK e Connally vengono posti alla stessa altezza e allineati orizzontalmente, cioé seduti perfettamente uno davanti all’altro (come nello schemino qui sotto). 


 Ciò però non corrisponde al vero: il governatore, seduto davanti al presidente su un seggiolino, si trovava circa quindici centimentri più all’interno e otto più in basso rispetto a Kennedy, come mostra la foto della Limousine Lincoln.


 Non solo: al momento dello sparo il suo torso era ruotato verso destra, ciò che allinea le due ferite di Kennedy alle cinque subite da Connally. Si è anche contestato che il foro allaschiena e quello alla gola del presidente fossero il frutto dallo stesso sparo, poiché – si è detto – un proiettile che dall’alto in basso entra nella schiena non può uscire più in alto, dalla gola. Osservando però le foto dell’autopsia e leggendo il referto autoptico si evince che JFK fu colpito quattordici centimetri sotto la base del collo. Il foro di uscita è sotto il pomo d’Adamo. Questo significa che, considerando le misure antropometriche del presidente, la sua postura al momento dello sparo, la posizione dello sparatore al sesto piano del deposito e la lieve pendenza di Elm Street un colpo, che è stato calcolato sia penetrato nella schiena del presidente con un’angolazione di 17 gradi verso il basso nel punto descritto, non poteva che uscire nel punto in cui uscì, sotto il pomo d’Adamo.
Il colpo mortale fu tuttavia il terzo, che cinque secondi dopo, centrò Kennedy alla testa. facendola letteralmente esplodere.
 Qui sotto alcuni fotogrammi tratti dal filmino che uno spettatore stava girando.
 

  Il governatore si salvò perchè dopo esser stato colpito si era istintivamente chinato sulle ginocchia della moglie che gli stava a fianco. La stessa cosa non potè fare il presidente, anche qualora la ferita al collo glielo avesse consentito: era infatti bloccato dal busto ortopedico che indossava.













 I fatti dicono che JFK fu ucciso da Lee Harvey Oswald, un fanatico squilibrato ex-marine che aveva buona familiarità con il tiro di precisione, già responsabile del tentato omicidio del generale Edwin Walker. Oswald sparò a Kennedy con la stessa arma che aveva utilizzato per sparare a Walker.
 Ma è pur vero che c'era qualcuno(a) che aveva buoni motivi per ucciderlo... E c'è questa illustrazione che mi piace tantissimo.
 FINE

Trovate qualcosa su JFK anche in questo post: L'abito più sexy al mondo

sabato 21 febbraio 2015




AMOR SACRO E AMOR PROFANO


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Famosissima opera di Tiziano, giovane venticinquenne, datata circa 1514, fu per un paio di secoli oggetto di discussione per le diverse interpretazioni di quella che pareva una misteriosa allegoria. Il nome con cui è maggiormente conosciuta non aiutava granchè. In realtà questo titolo le fu attribuito circa un secolo dopo la sua creazione, quando fu acquistata da Scipione Borghese (oggi si trova appunto esposta alla Galleria Borghese).
Si tratta di un dipinto a olio su tela misurante 118 × 279 cm. Solo in tempi recenti si è scoperto chi fosse il committente: Niccolò Aurelio, Gran Cancelliere di Venezia; e l'occasione per la quale il quadro fu commissionato furono le nozze del medesimo con Laura Bagarotto. Il matrimonio avvenne dopo che l'Aurelio aveva fatto condannare a morte per alto tradimento il padre di lei, Bertuccio Bagarotto. Forse dunque l'opera ebbe un doppio significato: di dono nuziale e di pacificazione fra gli sposi. Al centro del dipinto vi è una vasca di marmo (un sarcofago, in realtà, simbolo di morte che allude forse alla condanna del Bagarotto) che porta scolpito sul lato lo stemma dello sposo, e alcune scene mitologiche: il ratto di Proserpina, e Venere che si punge un piede mentre soccorre Adone aggredito da Marte.




 Sul bordo della vasca è posato un bacile d'argento che ha lo stemma del casato della sposa sbalzato sul fondo.


  L'intero dipinto appare come un buon augurio per le nozze: le due giovani donne, col viso molto simile, sembrano rappresentare il matrimonio stesso, mentre l'acqua che colma la vasca è un'allegoria della vita. A sinistra la donna abbigliata da sposa, vicino a lei il bacile, in genere parte del corredo, che veniva usato in occasione del parto: si tratta della moglie mostrata nella sua sfera pubblica, di decoro, obblighi sociali, fertilità. 
A destra la donna seminuda (e peraltro castissima) che potrebbe anche raffigurare Venere patrocinante le nozze: simboleggia la sessualità e l'amore nella sua sfera privata. Fra le due figure vi è Cupido, che insieme a Venere fa da conciliatore fra gli sposi, che giungono al matrimonio dopo la triste vicenda della morte del suocero/padre.
 Due coniglietti, nello sfondo a sinistra, sono un augurio di fertilità.




 Alcuni critici hanno ipotizzato che il Tiziano si sia ispirato per lo sfondo al paesaggio della Val Lapisina, presso Serravalle, per alcuni anni residenza del pittore: così il castello di sinistra corrisponderebbe alla torre di San Floriano e lo specchio d'acqua al lago Morto.



Secondo certe fonti la donna che raffigura Venere era Angela del Moro, detta Zanfetta, cortigiana dell'epoca, di nobili origini; era molto colta ed amica di uomini di lettere quali il Bembo e l'Aretino. Fece spesso da modella a Tiziano e a numerosi altri artisti. Questo spiegherebbe la somiglianza fra i visi delle donne da lui raffigurate.







Qui sopra: Donna allo specchio
A fianco: Vanità
Sotto: Flora

 Come sempre la cratteristica di Tiziano (cresciuto a Venezia e formatosi presso il Giorgione) è la ricchezza cromatica dove il colore viene steso per rappresentare la forma. Eppure la splendida luminosità della pelle, la pienezza e la tenerezza della carne nel nudo femminile sono resi non con una varietà di colori, ma con contrasti di chiaro e scuro sfumati, e pochissime tinte, quando non una sola. Altrettanto bella, come sempre, la resa dei drappeggi di stoffa.
 Meno corretto appare il disegno (cosa che infatti Michelangelo gli rimproverava). Ma davanti a questi cromatismi il disegno perde inevitabilmente di importanza. Nel caso specifico si potrebbe osservare come la fanciulla vestita appaia in una posizione innaturale: difficile dire dove sia seduta e come possa rimanervi. Ma tanto è affascinante la luce che permea la figura che questo fatto passa inosservato ai più.


  La figura seminuda è armoniosissima: il suo lato sinistro è costituito da un'unica geniale fluidissima linea, dall'ascella alla caviglia (Tiziano ha soppresso il piede destro, nascondendolo fra i drappeggi), ma purtroppo termina con un piede mal disegnato e non rifinito. E' altrettanto infelice il disegno della mano destra poggiata sulla vasca. 


  Ma cosa contano gli errori anatomici davanti a questo colore così pienamente ''veneziano''?

Post scriptum: non c'entra molto, ma a casa c'è una grande riproduzione ad olio di questo dipinto, che apparteneva a trisnonno (e ho avuto la fortuna di ereditare). Raffigura solo la parte destra: Cupido e Venere. L'ho sempre conosciuta a casa dei nonni, relegata in un andito buio vicino alla cucina, probabilmente perchè considerata scandalosa. E, santa ingenuità degli innocenti, da piccola credevo che raffigurasse la Madonna che si accingeva a fare il bagno a Gesù Bambino. Lui immergeva la mano nell'acqua per controllarne la temperatura...

FINE



venerdì 20 febbraio 2015



L'ABITO PIU' SEXY AL MONDO
 




Madison Square Garden: era il 19 maggio del 1962 e, dieci giorni prima del 45° compleanno presidenziale, si festeggiava il presidente Kennedy. Per cantare gli auguri era stata chiamata Marilyn Monroe, e quell’ Happy Birthday Mr President divenne una delle più sensuali interpretazioni dal vivo di tutti i tempi, contribuendo a fare della Monroe l’icona sexy che è ancora oggi. 




 Unica assente alla celebrazione,comprensibilmente giustificata, la first lady Jackie, che si dice volle così punire il marito per i pettegolezzi che giravano sulla sua relazione con l’attrice. L'attrice giunse leggermente barcollante e palesemente senza fiato (cosa che contribuì a rendere la sua voce più sexy) sia perchè era un po' brilla, cosa per lei non insolita, sia forse per una banale corsa fatta dall’attrice poco prima di salire, in ritardo, sul palcoscenico (tanto che alla prima chiamata di Peter Lawford non arrivò in tempo e il cantante fu costretto a rifare la presentazione). Qualcuno sostiene che lo scketch fosse stato concordato con Peter Lawford per ridere del fatto notorio che l'attrice si presentasse sempre in ritardo. 


 Comunque la Monroe fece il suo ingresso sul palco, fasciata in un lungo abito color carne di Jean Louis (sarto e costumista alla Universal Pictures) che sembrava esserle stato cucito addosso e che contribuì a fare la storia di quella serata.  













 Cantò Happy birthday, Mr President con una voce assolutamente inadeguata, ma non steccò neanche una nota.










Al termine dell'esibizione, il presidente americano salì sul palco ed esclamò: "Dopo degli auguri così dolci ora posso anche ritirarmi dalla politica". 


 











  A proposito dello strabiliante vestito,  lo vedete in questo filmato di pessima qualità, ma potete ammirarlo meglio nelle foto, di cui alcune scattate al rinfresco che seguì nella serata. Si trattava di un abito da sera lungo e aderente color carne, con effetto ''nudo'', impreziosito da 6000 strass ricamati in un motivo a rosetta. L'abito lasciava le spalle scoperte ed era dotato di una abbondante scollatura. Impossibile da indossare con un reggiseno, d'altra parte Marilyn ne usava raramente; ma non è esatto dire che non indossasse biancheria intima. Infatti in diverse foto si nota il segno in vita dovuto alle mutande a bustino che dovevano arrivare fino a metà coscia: quell'indumento che si usava con gli abiti molto aderenti, per non avere segni di elastici sulle natiche.



La Monroe con i due fratelli Kennedy

Qui con un'invitata illustre, Maria Callas


L'abito era stato cucito interamente a mano utilizzando un'impalpabile seta color carne fatta arrivare appositamente dalla Francia. Si chiudeva con una zip sottile e dei minuscoli gancetti del medesimo colore. Costò a Marilyn 2500 dollari. La mise era completata da un paio di scarpe decolleté bianche col tacco a spillo (36$), una pettinatura firmata Kenneth Battelle (150$), un maquillage fatto da Marie Irvine (125$) e infine una giacca di pelliccia presa in prestito dal reparto costumi della Fox. La giacca di pelliccia le fu tolta all'ultimissimo momento da Lawford ed era apparentemente fuori luogo: si era a Maggio, uno dei più caldi a memoria d'uomo, e si era raggiunta quel giorno la temperatura di 37°.



















Ma Marilyn, temendo che il suo abito non passasse i filtri della severa censura, l'aveva tenuto nascosto sotto la giacca fino all'ultimo. Aveva anzi presentato agli organizzatori della serata qualcosa di molto più sobrio per l'approvazione, un vestito di satin nero.





   In queste due foto: momenti di intimità fra Jack e Marilyn, dopo il rinfresco. Si tratta sicuramente di fakes.



























 Marilyn, dopo questa esibizione, visse ancora 2 mesi, prima di venire uccisa (o opportunamente suicidata). John Kennedy invece, fece in tempo a festeggiare ancora un altro compleanno (e stavolta gli auguri furono cantati da Audrey Hepburn) prima di essere ucciso a sua volta.
Il vestito di seta color carne, divenuto famosissimo, fu battuto all'asta nel 1999 e raggiunse la cifra stratosferica di 1.267.500 $.

FINE

domenica 15 febbraio 2015




IL BACIO



Alfred Eisenstaedt: Fine della guerra, 15 agosto 1945


Mentre nell'America del Nord il saluto più comune è la stretta di mano, essendo il bacio riservato al partner e ai familiari stretti, nell'America de Sud predomina il carattere latino: ci si bacia anche fra amici, fra donne, fra uomini e donne, e anche fra uomini. Questo avviene anche nell'Italia del sud. Altrove, il bacio fra due amici maschi si usa raramente, essendo visto con molta diffidenza.
In molti Paesi europei e dell'America Latina, quando si incontrano persone amiche , ci si scambiano due baci porgendosi a vicenda entrambe le guance. Questo in italia è diffuso come forma di saluto soprattutto tra parenti, in particolare tra coloro che non si vedono molto frequentemente. Generalmente ci si scambiano due baci. Il bacio singolo è invece più informale e viene usato quando ci si vede quotidianamente, soprattutto tra membri della stessa famiglia.


Robert Doisneau: Bacio davanti all'Hotel de Ville,1950
 Il numero di baci può variare notevolmente da paese a paese: in Francia lo standard sono due o tre baci, ma in alcune regioni si danno un bacio solo, oppure anche quattro o cinque (ma si registrano notevoli variazioni anche tra villaggi vicini). Nei Paesi Bassi, in Svizzera e in Polonia se ne danno tre, come pure in Belgio (dove però è d'uso anche un solo bacio). Il triplo bacio è tipico delle culture ortodosse, infatti è diffuso in Ucraina e Serbia, ma non in Romania, Bulgaria e Grecia. In questo caso il bacio non è dimostrazione di affetto, ma esclusivamente di saluto. In Albania lo standard, quando ci si saluta normalmente, è di quattro baci.
In Inghilterra, Germania, Australia il bacio come saluto è meno diffuso, ed è più usata la stretta di mano; soprattutto è escluso il bacio fra maschi.
Assai diverso è l'uso nei paesi arabi, dove è normale vedere uomini che si salutano
baciandosi sulle guance e tenendosi le mani, soprattutto in Marocco. Nei paesi del Golfo è ancora più frequente accostare i nasi. L'uso di queste manifestazioni fra maschi è estremamente radicato, forse dovuto alla naturale necessità umana di scambi visibili di calore e affetto in paesi dove non è consentito farlo tra uomini e donne. In Barhein il saluto fra persone dello stesso sesso, consiste in quattro baci, due per gota, in Egitto uno solo. Fate attenzione in Arabia Saudita, dove una legge proibisce di baciare uno straniero. 



 
Vi sono paesi dove il bacio come forma di saluto non è contemplato. In una tribù del Kenia la bocca è vista esclusivamente come strumento per mangiare e bere. I cinesi tradizionalmente sono altrettanto rigidi: il bacio è una pratica poco igienica (come dargli torto?) e addirittura, se dato in pubblico, oscena; e per i Masai è un atto gravemente impuro.
In Giappone sono ancora in vigore usi, cerimonie e valori tradizionali. Per salutarsi è escluso il contatto fisico: piuttosto ci si saluta con un inchino, dimostrazione di rispetto. Ovviamente, con la globalizzazione, in ambito lavorativo e nei contatti con gli occidentali i giapponesi si adeguano all'uso internazionale delle strette di mano.
 
 Nonostante ora la visione del bacio sia un pò più aperta, anche tra i giovani innamorati, rimane comunque ancora ben radicata l’idea che il bacio sia qualcosa di molto intimo tra due persone, ragion per cui, è tutt’oggi difficile trovare coppie che si baciano in pubblico e quando ciò accade viene considerato parecchio audace e suscita non poco scalpore.

 

Anche nei manga possiamo vedere come un bacio viene considerato qualcosa di “speciale”: prima di raggiungere il momento del bacio, si passa attraverso una serie di emozioni, sentimenti contrastanti tra loro nella ricerca di un momento di assoluta riservatezza.

 Mentre in Occidente baciare il proprio marito o la propria moglie è una cosa naturale anche dopo il matrimonio, in Giappone invece il bacio ancora oggi, viene visto come un atto “riservato solo a momenti davvero speciali e intimi” mentre apertamente si preferisce manifestare il proprio amore con gesti affettuosi e pieni di gentilezza quali un massaggio, una deliziosa cena ecc… 



 Che ci crediate o no, il 23 maggio in Giappone si festeggia il Kisu no Hi キスの日 (Kiss Day o Giorno del Bacio). Questa celebrazione deriva dal fatto che proprio il 23 Maggio 1946,  un anno dopo la cessazione del conflitto mondiale e il ritiro di diverse leggi tra cui quella di veto del bacio pubblico, è stato trasmesso in Giappone un film, dal titolo “Hatachi no Seishun”, dove per la prima volta fu possibile vedere esplicitamente la scena di un bacio.


 Un'usanza molto conosciuta è il cosidetto bacio all'eschimese, diffuso però anche in altri paesi (Asia sud-orientale, Malesia, Polinesia, Terra del Fuoco e fra gli aborigeni australiani): come dimostrazione di cortesia le persone si salutano sfregando i nasi l'un con l'altro. Viene chiamato anche bacio malese e spesso coinvolge anche la bocca.



 In alcune zone della Cina, in Iacuzia e in Lapponia strofinano, insieme col naso, anche le labbra sulla faccia della persona amica, quasi aspirandone l'odore. Questa costumanza si mostra in maniera più accentuata fra alcune tribù dell'India, dove il verbo "baciare" è sostituito dall'altro "odorare". Anzi pare che, proprio nell'istante di appressare le labbra alla faccia dell'amico, colui che bacia, dica: "Io odoro!".
L'apice del bacio olfattivo si raggiunge in Thailandia. Soprattutto tra innamorati, ci si annusa vicendevolmente, e come atto di estrema intimità si respira il fiato dell'altro. 
In Papua Nuova Guinea un bacio intimo, che ci si scambia solo in privato, consiste nel morsicare leggermente un sopracciglio o una ciocca di capelli.
In India ci si bacia quasi come nei paesi occidentali. Però moltissimi indiani hanno ancora problemi riguardo allo scambio di saliva. Perciò il bacio erotico in bocca non è accettato da tutti, e i film di Bollywood dedicati alle famiglie non mostrano mai baci di questo tipo: anche nel più trionfale dei lieti fini, gli innamorati riuniti si limitano a baciarsi sulle guance o sulla fronte. 



Sorprendente è il bacio tradizionale russo fra uomini: in genere tre, alternati sugli angoli della bocca. Ma non è il caso di preoccuparsi, qualora vi doveste recare in Russia come turisti, perchè è uno scambio che avviene solo fra vecchi amici; tuttavia ricordatevi che laggiù è vietato baciarsi nei locali pubblici.

 
Il famoso bacio tra Honeker e Breznev
Il baciamano, un tempo diffusissimo, soprattutto in ambienti raffinati, oggi sopravvive a stento. Rimane abituale in Polonia.




Un bacio caratteristico italiano è quello che deriva dal bacio ''a brocca'' degli antichi romani, che si dava più che altro ai bambini, prendendo le orecchie fra le dita mentre li si baciava. Vien detto oggi
bacio "a pizzillo" (in Calabria) o "a pezzechillo" (nel Napoletano), sebbene, invece di prendere le orecchie, si pizzichino le gote.
Al  bacio cristiano come espressione del sentimento reciproco di fratellanza, accenna più volte san Paolo nelle sue epistole con la formula "salutatevi l'un l'altro con il bacio santo". Questo è rimasto nella messa cattolica come scambio di un segno di pace, anche se sostituito più igienicamente con una stretta di mano.  Le testimonianze relative all'uso del bacio sono numerose nel corso dei primi quattro secoli, benché non unanimi: segno probabilmente, che non era ugualmente diffuso ovunque. 

 
SS. Pietro e Paolo


 Tertulliano, in un noto passo, mostra di temere che il suo vero significato possa essere frainteso dai pagani (Ad uxor., II, 4). E, forse, le accuse popolari d'immoralità contro i cristiani nacquero anche da interpretazioni malevole di quest'uso.
Quando il bacio non è un'espressione di saluto o di affetto, diventa simbolico, e il suo significato dipende dal rituale in cui si inserisce. Può essere allora un segno di rispetto, di fedeltà, d'amicizia, di protezione, d'omaggio, d'adorazione, un sacrosanto suggello nelle cerimonie d'iniziazione, in quelle dell'affratellamento, negli usi nuziali, nelle consuetudini di pace, a estinzione della vendetta.

giovedì 12 febbraio 2015





UNA LEGGENDA DEL PERE LACHAISE


Vi sono alcune tombe al cimitero di Père Lachaise di Parigi, che sono circondate da un alone di leggenda, e sono diventate oggetto di un vero e proprio culto. 
La tomba di Oscar Wilde è ad esempio, fatta oggetto di innumerevoli baci, con tanto di rossetto (una vera schifezza, per dirla tutta). 
















 La lapide di Jim Morrison, il mitico solista dei Doors, è costantemente custodita per evitare che folle di fans pronti a superare le barriere di protezione si introducano per toccarla o lasciare dei souvenir. 




Ma un caso particolare è costituito dalla tomba di Victor Noir, divenuto famoso solo dopo che sulla sua sepoltura fu apposta la statua che lo ritrae al momento della sua morte. 
    Victor Noir, pseudonimo di Yvan Salmon (1848-1870), giornalista del quotidiano La Marseillaise, il 10 gennaio 1870 si presentò da Pierre Bonaparte, cugino di Napoleone III, al fine di organizzare, in qualità di testimone, un duello per Pascal Grousset, suo capo-redattore.
Quest’ultimo reputava di essere stato diffamato da un articolo del giornale firmato dal principe.


Victor Noir
Pierre Bonaparte



 










All’incontro era presente anche il direttore della Marseillaise, anche lui venuto a chiedere la riparazione del torto a Bonaparte.
Tuttavia l’incontro finì nel peggiore dei modi, l’impulsivo cugino di Napoleone III lasciò partire un colpo di pistola che colpì mortalmente Victor Noir. Era la vigilia delle sue nozze.



Uccisione di Victor Noir

  Il giornale la Marseillaise condusse allora una vasta campagna contro l’Impero.
Il capo del governo, Emile Ollivier, fece arrestare Pierre Bonaparte e, prudente, organizzò i funerali a Neuilly-sur-Seine, rispettando il desiderio della famiglia ed evitando un afflusso eccessivo di gente.
Malgrado tali misure, più di centomila persone si mobilitarono e diedero vita a una sommossa antinapoleonica che ratificò la caduta del Secondo Impero. Nel 1891, le spoglie di Noir, divenuto un simbolo repubblicano, vennero trasferite al Père-Lachaise.
 Lo scultore Jules Dalou realizzò, in sua memoria, una statua rappresentante Noir nella posizione in cui sarebbe stato ritrovato dopo aver ricevuto il colpo fatale da parte di Pierre Bonaparte.





Seguendo la tecnica utilizzata all’epoca Dalou modellò la statua sul corpo nudo di Noir.
A prima vista, la statua può sembrare una delle tante rappresentazioni scultoree che adornano il Père Lachaise, ma se ci si avvicina all’opera si potrà notare che la statua è dotata di una virilità alquanto pronunciata ed evidenziata da un abbondante rigonfiamento.
Questo realismo anatomico ha stimolato l’immaginario e la superstizione di molti: da parecchi anni a questa parte si è diffusa la pratica di toccare la statua (o strusciarsi sopra) per ottenerne in cambio fertilità o fortuna in amore.




L’usanza, a metà tra leggenda e folklore, vuole che parecchie donne che non riuscivano ad avere figli abbiano, infine, goduto di grande fertilità facendo appello alla statua.
La mancanza di ossidazione e la lucidatura perfetta della zona è divenuta ''autoalimentante'': chiunque passi di là scopre qual'è l'uso, e si adegua.



 Poichè le statue in bronzo non possono mentire (grazie al verderame che le ricopre, fuorchè là dove vengono lucidate) è palese che lo stesso fenomeno ha colpito il busto di Dalida a Montmartre: 



i due seni prosperosi della statua (che la cantante/attrice non ha mai posseduto) attirano irresistibilmente, e anche in questo caso col pretesto della fertilità (altra cosa nella quale lei non ha mostrato di distinguersi).
 FINE