venerdì 31 maggio 2019

DIARIO


L'AMORE AI TEMPI DELL'ASILO


 Frequentavo l'asilo della Scuola Laetitia per il secondo anno di seguito. Lo odiavo ma almeno quell'anno, a rallegrarmi c'era la presenza di Salvatore, di cui mi ero innamorata.
 Mi dispiace non ricordarmi come arrivai a provare questi sentimenti, nè come fosse il nostro rapporto nè come giocassimo insieme. Ricordo solo un piccolo episodio. Era l'ora della merenda. Come d'uso, trattandosi di un asilo di tipo Montessori, sedevamo per mangiare a dei piccoli tavolini rotondi, sulle nostre sediette, le nostre tovagliette ecc. Ricordo che mio fratellino Pierino era rimasto in piedi e piangeva non sapendo dove sedersi: la vita a due anni non è facile. Io però di anni ne avevo tre e potevo aiutarlo. Perciò l'avevo preso per mano e avevo cominciato a girare fra i tavolini per trovargli un posto libero.
 In effetti ce n'era uno vicino a Salvatore, al quale domandai: ''Può sedersi qui mio fratellino?''. La risposta fu: ''Vicino a me puoi sederti tu, tuo fratellino invece non lo voglio.'' Non ricordo come proseguì il pellegrinaggio fra i tavolini. Ricordo invece benissimo che la risposta di Salvatore mi rimase impressa come una sorta di conferma che eravamo fidanzati, anzichè come conferma che avevo a che fare con un piccolo stronzo.
L'anno successivo, il primo giorno di asilo mi guardai intorno cercando Salvatore. Non vedendolo da nessuna parte chiesi alla maestra dove fosse. Lei mi rispose: ''Eehh, Salvatore ormai è grande! E' in prima elementare!''.
 Aspettai con ansia l'ora della ricreazione: benchè il giardino della scuola fosse simbolicamente diviso in due da una lunga siepe (metà per i bambini dell'asilo, metà per i ragazzini delle elementari), sapevo che la porta da cui sarebbero usciti ''i grandi'' era nella nostra metà di giardino. Ed ero lì quando Salvatore uscì chiassosamente col resto della sua classe. Quando mi avvicinai tutta contenta di rivederlo, lui mi girò le spalle sdegnosamente e corse via con i compagni.
Vi potrà sembrare esagerato, ma fu una lezione di vita che unitamente ad altri fattori, mi rimase come una sorta di imprinting. Un imprinting negativo: non è vero che tutte le esperienze siano positive proprio in quanto esperienze.
La cosa peggiore fu che, nonostante in seguito abbia capito perfettamente che non ero io ad essere inadeguata, bensì Salvatore (che davanti ai compagni si vergognava di avere un'amichetta troppo piccola), ho comunque continuato a scegliermi fino a tarda età, uomini di scarso spessore sentimentale. Tanti Salvatori, insomma.

FINE

lunedì 18 febbraio 2019

DIARIO


        LA MALEDIZIONE DEGLI ELETTRODOMESTICI



E' cosa nota, non credo che capiti solo a me. Penso che, più che una maledizione, si tratti di una vera e propria legge di fisica che non so se sia mai stata studiata a fondo; nel caso non sia mai stato fatto, vorrei segnalarla a chi di dovere. Magari ci sono metodi per prevenire. Dacchè sono sposata e ho una casa da gestire, sono stata colpita da questa sorta di condanna non meno di una dozzina di volte: SE VI SI GUASTA UN ELETTRODOMESTICO POTETE ESSERE CERTI CHE NEL GIRO DI UN PAIO DI GIORNI SE NE GUASTERANNO ALMENO ALTRI DUE.
La mia serie nera è cominciata giovedi con un fischio come di pentola a pressione che aveva difficoltà a sfiatare, ossia come di qualcosa che sta per esplodere. Si trattava dell'apparecchio che in cucina produce l'acqua filtrata. Spento immediatamente e chiamato il tecnico.
Si è proseguito venerdi con un laghetto sotto la macchinetta del caffè che poco dopo è andata in corto. Essendo incapace geneticamente di preparare un caffè bevibile, è un oggetto che mi è indispensabile. Nemmeno possiedo più del caffè in casa che non sia in capsule. In citta nessuno la aggiusta (bisognerebbe spedirla alla casa madre) quindi mio marito è corso a comprarne una nuova. Disgraziatamente l'allaccio era differente, e ha dovuto modificare la spina e non so che altro. La presa di corrente è nascosta dietro il frigidè, che è quind stato spostato in mezzo alla cucina, dopo aver tolto tutto ciò che c'era sopra (oggetti, tegami, narghilè e quant'altro sistemati qua e là sul pavimento e sul tavolo). Inutile dirvi che dietro il frigidè c'era un mondo che voi umani...
In questo frangente è arrivato anche il tecnico dell'apparecchio per filtrare l'acqua (lo aspettavamo per lunedi) che ha piazzato in cucina la scala a pioli e liberato il ripiano dei miei libri di cucina che nascondevano l'apparecchio. Anche i libri sono finiti sul pavimento e sulle sedie. Io nel frattempo stavo preparando la cena per gli ospiti che aspettavo per l'indomani, ed ero in preda ad un attacco isterico che ha intimorito il tecnico.
Sistemati sia il filtro dell'acqua che la macchinetta del caffè, ci siamo resi conto che lo spostamento non aveva giovato al frigidè al quale non si chiudeva più la porta. Mio marito ha dovuto smontare un pezzo della base per poterlo chiudere, ma non è più riuscito a rimetterlo. Ora siamo in attesa del tecnico.
Nel frattempo la lavapiatti ha incominciato a rumoreggiare come se fosse in funzione. Ma era spenta, e persino con lo sportello aperto...Boh, l'unico modo per zittirla è stato staccare la spina. Siamo in attesa del tecnico.
A metà sera si è allagata la cucina. Ho impiegato parecchio a capire che l'acqua usciva da sotto la lavapiatti, il che spiegava come mai era andata in corto mettendosi a funzionare da spenta. Una buona notizia: l'acqua ha smesso da sola di fuoriuscire dopo un tot di litri. La notizia un po' meno buona è che per la cena di sabato (ieri) erano previste sei portate, ciascuna con cambio di piatto, tre vini più l'aperitivo e gli amari, ossia cinque bicchieri a testa, e innumerevoli altre cose tra tazzine, posate, piatti da portata e tegami, tutto da lavare a mano.
Non è stato nè bello nè istruttivo