L'AMORE AI TEMPI DELL'ASILO
Frequentavo l'asilo della Scuola Laetitia per il secondo anno di
seguito. Lo odiavo ma almeno quell'anno, a rallegrarmi c'era la presenza
di Salvatore, di cui mi ero innamorata.
Mi dispiace non ricordarmi come
arrivai a provare questi sentimenti, nè come fosse il nostro rapporto
nè come giocassimo insieme. Ricordo solo un piccolo episodio. Era l'ora
della merenda. Come d'uso, trattandosi di un asilo di tipo Montessori,
sedevamo per mangiare a dei piccoli
tavolini rotondi, sulle nostre sediette, le nostre tovagliette ecc.
Ricordo che mio fratellino Pierino era rimasto in piedi e piangeva non
sapendo dove sedersi: la vita a due anni non è facile. Io però di anni
ne avevo tre e potevo aiutarlo. Perciò l'avevo preso per mano e avevo
cominciato a girare fra i tavolini per trovargli un posto libero.
In
effetti ce n'era uno vicino a Salvatore, al quale domandai: ''Può
sedersi qui mio fratellino?''. La risposta fu: ''Vicino a me puoi sederti tu, tuo fratellino invece non lo voglio.'' Non ricordo come
proseguì il pellegrinaggio fra i tavolini. Ricordo invece benissimo che
la risposta di Salvatore mi rimase impressa come una sorta di conferma
che eravamo fidanzati, anzichè come conferma che avevo a che fare con un
piccolo stronzo.
L'anno successivo, il primo giorno di asilo mi guardai intorno cercando Salvatore. Non vedendolo da nessuna parte chiesi alla maestra dove fosse. Lei mi rispose: ''Eehh, Salvatore ormai è grande! E' in prima elementare!''.
L'anno successivo, il primo giorno di asilo mi guardai intorno cercando Salvatore. Non vedendolo da nessuna parte chiesi alla maestra dove fosse. Lei mi rispose: ''Eehh, Salvatore ormai è grande! E' in prima elementare!''.
Aspettai con ansia l'ora della
ricreazione: benchè il giardino della scuola fosse simbolicamente diviso
in due da una lunga siepe (metà per i bambini dell'asilo, metà per i
ragazzini delle elementari), sapevo che la porta da cui sarebbero usciti
''i grandi'' era nella nostra metà di giardino. Ed ero lì quando
Salvatore uscì chiassosamente col resto della sua classe. Quando mi
avvicinai tutta contenta di rivederlo, lui mi girò le spalle
sdegnosamente e corse via con i compagni.
Vi potrà sembrare esagerato, ma fu una lezione di vita che unitamente ad altri fattori, mi rimase come una sorta di imprinting. Un imprinting negativo: non è vero che tutte le esperienze siano positive proprio in quanto esperienze.
La cosa peggiore fu che, nonostante in seguito abbia capito perfettamente che non ero io ad essere inadeguata, bensì Salvatore (che davanti ai compagni si vergognava di avere un'amichetta troppo piccola), ho comunque continuato a scegliermi fino a tarda età, uomini di scarso spessore sentimentale. Tanti Salvatori, insomma.
Vi potrà sembrare esagerato, ma fu una lezione di vita che unitamente ad altri fattori, mi rimase come una sorta di imprinting. Un imprinting negativo: non è vero che tutte le esperienze siano positive proprio in quanto esperienze.
La cosa peggiore fu che, nonostante in seguito abbia capito perfettamente che non ero io ad essere inadeguata, bensì Salvatore (che davanti ai compagni si vergognava di avere un'amichetta troppo piccola), ho comunque continuato a scegliermi fino a tarda età, uomini di scarso spessore sentimentale. Tanti Salvatori, insomma.
FINE