venerdì 9 ottobre 2015




TETTINE IN LIBERTA'

Durante il periodo dell'emancipazione femminile e della libertà sessuale, nei mitici ruggenti anni '70, le ragazze andavano in giro con i (piccoli) seni in libertà, che sotto i vestiti si muovevano dolcemente conservando la loro linea naturale. Il reggiseno stava diventando obsoleto, uno strumento costrittivo che ricordava troppo da vicino stecche e busti delle passate generazioni. Quelli che ancora si usavano erano comunque triangolini inconsistenti, privi di qualunque funzione di sostegno.
Mai le giovani donne di quegli anni avrebbero immaginato che nel decennio successivo sarebbero invece diventati di moda seni ben sostenuti, reggiseni a balconcino con ferretti, push-up e altri trabiccoli, per non parlare dell'inflazione della chirurgia e del silicone. Esse si illudevano infatti di essersi liberate definitivamente delle pastoie dovute alla smania femminile di piacere ai maschi anche a costo di sacrifici.
Avevano anche un'altra convinzione (probabilmente comune alle giovani generazioni di ogni tempo, ma in quegli anni ancora più radicata): di esserci solo loro, di contare solo loro, e che sarebbero rimasti in quella condizione di giovinezza e libertà per tutta la vita.
In realtà la maggior parte della popolazione era esclusa da quella moda così libera: l'abbigliamento, compreso quello maschile, era striminzito e adatto solo ai magri. Chi magro non era finiva per essere emarginato. I seni in libertà erano privilegio delle ragazze giovani. Le altre erano escluse. Ma tant'è: quale ragazza pensava mai alla possibilità che il suo corpo col passare degli anni potesse cambiare? Non si era in grado di vedere ad un palmo dal proprio naso. (Forza di gravità, chi ti conosce? Noi giovani siamo in grado di volare!)
I giornali femminili dell'epoca comunque davano precise indicazioni affinchè una donna potesse capire se faceva parte della minoranza fortunata che poteva eliminare l'odiato reggiseno e vestirsi in modo giovane e fashion, o se invece era collocabile tra la maggioranza sfigata che non aveva i requisiti.
L'esperimento consigliato in genere era il seguente: prendete un foglio di carta (talvolta era una matita), sollevate un seno con la mano, piazzate il foglio proprio sotto; poi lasciate andare il seno e vedete se il foglio di carta cade o rimane trattenuto sotto il seno (o per dirla in modo più semplice: c'è o non c'è una piega sottomammaria?). Nel primo caso potete uscire senza reggiseno, nel secondo caso no.
Dal che si evince che la libertà dalle costrizioni di certa biancheria intima non era un fatto politico, come insistevano a dire le femministe, ma una faccenda elitaria riservata alla minoranza.
Comunque, essendomi imbattuta in questa curiosa foto, vagamente raccapricciante, l'esperimento del foglio di carta mi è tornato in mente e ho voluto raccontarvelo.


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