CHIUDERE IN GLORIA
Ricordate la vecchia barzelletta della missione spaziale congiunta fra Stati Uniti, Russia e Italia? Entrano nell'astronave la cagnetta Laika per conto della Russia, la scimmietta Ham per conto degli USA e il carabiniere Francesco Puddu per l'Italia. Le autorità russe comunicano gli ordini alla loro addestratissima cagnetta che poggia le zampette sulla consolle, avvia i razzi propulsori, prepara tutta la parte che compete alla Russia. Le autorità americane ordinano ad Ham di dare l'input alle procedure per la parte riguardante gli USA. La scimmietta muove le leve, preme i bottoni e quant'altro. Tocca all'Italia che comunica: ''Tui Ciccittu, no tocchis nudda po caridadi!! Dona scetti a pappai a sa scimmia...'' (Tu, Franceschino, per carità non toccare niente! Dài da mangiare alla scimmia e basta!)
Ora, io stamattina mi sono sentita come Ciccitto Puddu. Andata al lavoro scarsamente motivata (mancano circa 45 giorni al pensionamento) sono stata mandata da uno specialista (di cui tacerò la branca) con cui non avevo mai lavorato. Prendo il registro per scrivere i nomi e i dati dei pazienti... ''No, signora, lasci, scrivo io!''. Prendo il ricettario e il timbro per intestare i referti... ''No, signora, lasci, faccio io!''. Apro la porta per chiamare il primo paziente... ''No, signora, lasci, chiamo io!''
''Ma scusi, io che cosa faccio??'' ''Lei si rilassi''.
Come si possa rilassare una persona con un briciolo di dignità, mentre fa la bella statuina davanti ai pazienti, a sessant'anni suonati e con un'anzianità di servizio di 35 anni, io davvero non lo so. Comunque, il tempo mi ha reso filosofa. Senza alcun desiderio di polemizzare, cerco di organizzarmi: sfodero dalla borsa l'arma segreta, l'iPad, decisa a farmi gli affari miei. Nel frattempo si fa strada nel mio cervello come una specie di punteruolo, una musica per solo pianoforte che, in sottofondo, esce dal Pc dello specialista, curiosamente ripetitiva. Accendo l'iPad. Come spesso capita, si mette subito a fare i capricci, non obbedisce, salta di pagina in pagina di testa sua, finchè si pianta. Ok, stiamo calmi. Lo spengo per resettarlo. Lo riaccendo, mi chiede di nuovo il pin, lo inserisco; mi chiede il codice per sbloccare la Sim, lo digito...''Codice errato, le restano solo due tentativi''. Ma tu guarda cosa ti fa fare il nervoso...ridigito con più calma. ''Codice errato, le resta un solo tentativo''. Ora, siccome l'aggeggio è mio e solo mio, e lo uso solo io, e son sicura del mio codice, ostinatamente lo digito una terza volta, piano piano. ''Hai insistito ed ora sarai punita! Tira fuori il PUK'' qualunque cosa esso sia.
Telefono innervosita a mio marito. ''Cosa può essere successo? Non è che per caso hai toccato il mio iPad??'' ''No, io ho solo cambiato la sim l'altro giorno perchè era scaduta''. ''E perchè hai cambiato il codice? perchè non me l'hai detto?? cosa ti è saltato in mente??? come si può fare una cosa del genere???? Proprio oggi che non ho niente da fare, a parte lavare i ferri a fine mattina...come faccio fino alle due?'' Mio marito è al mare. Quando torna a casa, mi richiama per comunicarmi quello che secondo lui è il PUK. Me ne propone tre diversi, neanche uno giusto. Il mio nervosismo arriva alle stelle, accresciuto dal martellare ossessivo del pianoforte punteruolo che il medico imperterrito usa come sottofondo alle sue visite. Al diavolo la filosofia, passare la mattina facendo solitari (unica cosa che il maledetto arnese sembra in grado di fare senza PUK) è una cosa che abbrutisce. Lavare i ferri a questo punto diventa una festa.
E quarantacinque giorni sono lunghi da passare.
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