mercoledì 6 settembre 2017




CITAZIONI PITTORICHE AL CINEMA
Morte a Venezia
(quarta parte)




Nel 1971 Luchino Visconti firmò la regia di Morte a Venezia, film drammatico tratto dall'omonimo romanzo breve di Thomas Mann. Un grande successo e un bel film, che si svolge in una Venezia di fine estate, decadente e sontuosa, ammorbata da una serpeggiante epidemia di colera, tenuta peraltro ben nascosta ai turisti.

Claude Monet












 Appare palese come la cura delle scene e delle inquadrature maniacalmente studiate dal perfezionista ed esteta Luchino Visconti, siano ispirate alla sua amatissima pittura impressionista.











 
Claude Monet









L'atmosfera dell'intero film è assolutamente crepuscolare, complici la stagione ormai alla fine, l'umidità che regna sulla città soffocata dallo scirocco, i dialoghi ridotti al minimo e l'eterno conflitto fra bellezza, eros e morte.  









C. Monet

Georges Lemmen
C. Monet



La madre (Silvana Mangano)
















C. Monet




















Il bellissimo Tadzio (Björn Andrésen)






 E' la storia di un  musicista di mezza età, in vacanza a Venezia, avviato verso un tramonto fisico e morale, che rimane affascinato dalla bellezza efebica di un quattordicenne di nobile famiglia polacca, anch'egli in vacanza con la madre.
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Pierre-Auguste Renoir
 
Il musicista (Dirk Bogarde) alla finestra dell'hotel


Fascinazione che sfocia in effetti in un amore nutrito solo di sguardi e pensieri, e tuttavia vera e propria pederastia


 
Gustave Caillebotte

E. Manet


C. Monet





 
Henri Gervex

 
P. A. Renoir

 Pur avvertendone la vergogna e il ridicolo, quest'amore porterà il musicista in declino al disperato desiderio di un ritorno alla giovinezza, e alla decisione di trattenersi nella città impestata pur di prolungare al vicinanza col ragazzo.




Henri Gervex

Flashback con la prostituta (una giovanissima Carole André)

P. A. Renoir


 
Georges Lemmen




















C. Monet
Giungerà infine la morte per colera (complice una fragola non lavata) in una scena rimasta famosissima: col sudore si scioglie il trucco col quale il musicista aveva inutilmente tentato di parere più giovane agli occhi di Tadzio.



La trama era di difficile realizzazione attraverso un mezzo quale è il cinema, fatto di immagini e non di scrittura, tuttavia Visconti ci è riuscito brillantemente. Il suo grande senso artistico ha dato a tutta la scenografia un'immagine sfumata di dramma, ossessione, incantesimo malato, in una Venezia bella e avvelenata insieme, come bello e velenoso ci appare Tadzio, vero angelo della morte. 
In quest'opera che è anche pittorica Visconti ha potuto avvalersi della fotografia di Pasquale De Santis e dei costumi di Piero Tosi.


G. Boldini

 Concludo, dopo tanta bellezza, con un commento pessimo, che non ha niente a che fare col resto del post, ma che ci riporta brutalmente alla realtà.
Chi l'avrebbe mai detto che il bellissimo Tadzio da così sarebbe diventato così?



Björn Andrésen

















 FINE

Sempre sulle citazioni pittoriche nel cinema
qui trovate la prima parte
qui trovate la seconda parte
qui trovate la terza parte






 

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