CITAZIONI PITTORICHE AL CINEMA
Morte a Venezia
Nel 1971 Luchino Visconti firmò la regia di Morte a Venezia, film drammatico tratto dall'omonimo romanzo breve di Thomas Mann. Un grande successo e un bel film, che si svolge in una Venezia di fine estate, decadente e sontuosa, ammorbata da una serpeggiante epidemia di colera, tenuta peraltro ben nascosta ai turisti.
Claude Monet |
Appare palese come la cura delle scene e delle inquadrature maniacalmente studiate dal perfezionista ed esteta Luchino Visconti, siano ispirate alla sua amatissima pittura impressionista.
L'atmosfera dell'intero film è
assolutamente crepuscolare, complici la stagione ormai alla fine,
l'umidità che regna sulla città soffocata dallo scirocco, i dialoghi
ridotti al minimo e l'eterno conflitto fra bellezza, eros e morte.
La madre (Silvana Mangano) |
E' la storia di un musicista di mezza età, in vacanza a Venezia, avviato verso un tramonto fisico e morale, che rimane affascinato dalla bellezza efebica di un quattordicenne di nobile famiglia polacca, anch'egli in vacanza con la madre.
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Pierre-Auguste Renoir |
Il musicista (Dirk Bogarde) alla finestra dell'hotel |
Fascinazione che sfocia in effetti in un amore nutrito solo di sguardi e pensieri, e tuttavia vera e propria pederastia
Gustave Caillebotte |
E. Manet |
C. Monet |
Henri Gervex |
P. A. Renoir |
Pur avvertendone la vergogna e il ridicolo, quest'amore porterà il musicista in declino al disperato desiderio di un ritorno alla giovinezza, e alla decisione di trattenersi nella città impestata pur di prolungare al vicinanza col ragazzo.
Henri Gervex |
Flashback con la prostituta (una giovanissima Carole André) |
P. A. Renoir |
Georges Lemmen |
C. Monet |
La trama era di difficile realizzazione attraverso un mezzo quale è il cinema, fatto di immagini e non di scrittura, tuttavia Visconti ci è riuscito brillantemente. Il suo grande senso artistico ha dato a tutta la scenografia un'immagine sfumata di dramma, ossessione, incantesimo malato, in una Venezia bella e avvelenata insieme, come bello e velenoso ci appare Tadzio, vero angelo della morte.
In quest'opera che è anche pittorica Visconti ha potuto avvalersi della fotografia di Pasquale De Santis e dei costumi di Piero Tosi.
G. Boldini |
Concludo, dopo tanta bellezza, con un commento pessimo, che non ha niente a che fare col resto del post, ma che ci riporta brutalmente alla realtà.
Chi l'avrebbe mai detto che il bellissimo Tadzio da così sarebbe diventato così?
Björn Andrésen |
FINE
Sempre sulle citazioni pittoriche nel cinema
qui trovate la prima parte
qui trovate la seconda parte
qui trovate la terza parte
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