La pagina più vergognosa della storia d'America iniziò nel '500, quando l'Europa ebbe bisogno di mano d'opera a basso costo nelle colonie, dove si volevano impiantare vaste piantagioni di prodotti quali cotone, caffè, zucchero, tabacco. Così i negrieri spagnoli, portoghesi e olandesi iniziarono il trasporto e la vendita di intere popolazioni africane in America, la cosidetta ''tratta atlantica''.
Si stima che con questo sistema si prelevarono dall'Africa circa 12-13 milioni di persone, fino all'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, alla fine della guerra di Secessione, nel 1863 (in realtà proseguì per un paio d'anni ancora).
Nel '600 e nel '700 la richiesta era aumentata a dismisura. I mercanti lungo la costa occidentale africana rapivano adulti e bambini, i capi tribù vendevano i prigionieri di guerra ai mercanti, e tutti venivano portati nei punti di imbarco, marchiati, e lasciati ad attendere in prigioni sovraffollate.
Seguiva il viaggio verso l'America del nord o del sud, della durata di 5-6 settimane. Rimanevano chiusi nelle stive, senza luce nè aria, tra feci e vomito, nutriti e abbeverati il minimo indispensabile perchè viveri ed acqua abbondanti avrebbero sottratto spazio alla merce trasportata. Nel terrore che un'epidemia ''distruggesse'' il prezioso carico, quando un prigioniero si ammalava, veniva gettato in mare. Le navi negriere, quando capitava che passassero ad altro uso, ancorchè pulite e riverniciate, mantenevano sempre un particolarissimo sgradevole odore.
Quando si era in vista della costa, gli schiavi venivano fatti uscire, lavati, rasati, rifocillati, e infine, dopo lo sbarco, messi all'asta.
Venivano fatti salire su un podio in modo che potessero esser visti bene da tutti, palpati, frugati, controllati a dovere dai compratori. Naturalmente i maschi giovani erano i più richiesti. Donne e bambini spuntavano prezzi più bassi.
La schiavitù è un argomento che meriterebbe molto spazio, e non è questo il luogo. Questa premessa serve solo a presentare una raccolta di piccoli manifesti pubblicitari di aste, alcuni contenenti la descrizione degli schiavi presentati, il loro nome e la loro ''specializzazione. Questo si spiega col fatto che nel 1808 negli Stati Uniti era stata abolita l'importazione degli schiavi, ma non la schiavitù in sè. Dunque questi manifesti si riferiscono a schiavi nati nelle piantagioni, di seconda o terza generazione.
Possiamo notare come in molti casi gli schiavi vengano venduti a lotti di 2-3-5 persone. In altri si vendano come ''pezzi singoli''. Alcuni hanno superato i 50, qualcuno ha 60 anni, tuttavia restano con la mansione di braccianti del cotone o del riso. I più fortunati sono quelli specializzati in mansioni di casa: maggiordomo, cameriera, sarta, cuoca, donna per le pulizie. Compaiono molti bambini, anche di pochi mesi. Difficile pensare alle famiglie che queste compravendite distruggevano. In uno dei cartelli leggo di un lotto assurdo di 7 schiavi: 2 maschi adulti e 5 bambini, il più piccolo di 2 mesi, nessuna donna per provvedere.
Si segnalano i difetti: uno è monocolo, una è sciupata per una dissenteria recente, un altro ha un ginocchio leggermente difettato. Ma in compenso vi sono autisti fidati, carpentieri, ostetriche, infermiere, bambinaie.
Nel 1800 negli Stati Uniti c'erano all'incirca 1 milione di schiavi, ma nel 1860 si era arrivati a 4 milioni, solo nel Sud, ossia 1/3 della popolazione. I proprietari di schiavi, cinicamente, cercavano di aumentare il numero di persone come se si trattasse di bestiame.
Nel '600 e nel '700 la richiesta era aumentata a dismisura. I mercanti lungo la costa occidentale africana rapivano adulti e bambini, i capi tribù vendevano i prigionieri di guerra ai mercanti, e tutti venivano portati nei punti di imbarco, marchiati, e lasciati ad attendere in prigioni sovraffollate.
Seguiva il viaggio verso l'America del nord o del sud, della durata di 5-6 settimane. Rimanevano chiusi nelle stive, senza luce nè aria, tra feci e vomito, nutriti e abbeverati il minimo indispensabile perchè viveri ed acqua abbondanti avrebbero sottratto spazio alla merce trasportata. Nel terrore che un'epidemia ''distruggesse'' il prezioso carico, quando un prigioniero si ammalava, veniva gettato in mare. Le navi negriere, quando capitava che passassero ad altro uso, ancorchè pulite e riverniciate, mantenevano sempre un particolarissimo sgradevole odore.
Quando si era in vista della costa, gli schiavi venivano fatti uscire, lavati, rasati, rifocillati, e infine, dopo lo sbarco, messi all'asta.
Venivano fatti salire su un podio in modo che potessero esser visti bene da tutti, palpati, frugati, controllati a dovere dai compratori. Naturalmente i maschi giovani erano i più richiesti. Donne e bambini spuntavano prezzi più bassi.
La schiavitù è un argomento che meriterebbe molto spazio, e non è questo il luogo. Questa premessa serve solo a presentare una raccolta di piccoli manifesti pubblicitari di aste, alcuni contenenti la descrizione degli schiavi presentati, il loro nome e la loro ''specializzazione. Questo si spiega col fatto che nel 1808 negli Stati Uniti era stata abolita l'importazione degli schiavi, ma non la schiavitù in sè. Dunque questi manifesti si riferiscono a schiavi nati nelle piantagioni, di seconda o terza generazione.
Mercato degli schiavi, Atlanta. Georgia. 1864 |
Possiamo notare come in molti casi gli schiavi vengano venduti a lotti di 2-3-5 persone. In altri si vendano come ''pezzi singoli''. Alcuni hanno superato i 50, qualcuno ha 60 anni, tuttavia restano con la mansione di braccianti del cotone o del riso. I più fortunati sono quelli specializzati in mansioni di casa: maggiordomo, cameriera, sarta, cuoca, donna per le pulizie. Compaiono molti bambini, anche di pochi mesi. Difficile pensare alle famiglie che queste compravendite distruggevano. In uno dei cartelli leggo di un lotto assurdo di 7 schiavi: 2 maschi adulti e 5 bambini, il più piccolo di 2 mesi, nessuna donna per provvedere.
Si segnalano i difetti: uno è monocolo, una è sciupata per una dissenteria recente, un altro ha un ginocchio leggermente difettato. Ma in compenso vi sono autisti fidati, carpentieri, ostetriche, infermiere, bambinaie.
Nel 1800 negli Stati Uniti c'erano all'incirca 1 milione di schiavi, ma nel 1860 si era arrivati a 4 milioni, solo nel Sud, ossia 1/3 della popolazione. I proprietari di schiavi, cinicamente, cercavano di aumentare il numero di persone come se si trattasse di bestiame.
Molti altri Paesi avevano già liberato i loro schiavi da tempo, ma
negli Stati Uniti il sistema era così profondamente radicato che ci
volle una sanguinosa guerra civile
per abolire la schiavitù. La guerra iniziò nel 1861, e quando si
concluse 4 anni più tarsi (con la vittoria degli Stati del Nord), il
presidente Abramo Lincoln fece un emendamento alla Costituzione, rendendo illegale
la schiavitù in tutti gli Stati Uniti. Nel dicembre 1865 l'emendamento
fu adottato appieno, e un capitolo molto buio della storia americana, volse finalmente al termine.
FINE
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