lunedì 14 luglio 2014





ADDIO MOMPRACEM!

Copertina di Alberto Della Valle
 Tratto da ‘’ SULLE ORME DI SANDOKAN- UN VIAGGIO TRA MITO E REALTÀ’’ di Claudia Gazzini
 Sandokan, sconosciuto in gran parte del mondo, in Italia invece fa parte di quel panteon di eroi nazionali come Garibaldi e Cavour, eroi dell’indipendenza e dell’unità d’Italia.
Pur non essendo un generale e nemmeno un italiano, Sandokan si è conquistato ad honorem la nazionalità del nostro bel paese. L’Italia, che oggi è così restia ad aprire i suoi confini agli immigrati asiatici, un secolo e mezzo fa lasciò entrare un pirata malese nel suo panteon narrativo. A menzionare Sandokan, infatti, si ricorda un eroe che ha dominato le fantasie infantili degli italiani, specialmente di chi è cresciuto prima dell’era dei cartoni animati oppure di chi, come me, non ne aveva accesso. 


Ricordando Sandokan si ricupera un mondo esotico, fatto di covi di pirati, mari in tempesta, velieri catturati e bellezze orientali. Si riporta in vita un personaggio che, pur essendo un malese dai tratti somatici indiani, era portatore di quelle passioni ed istinti del Risorgimento italiano: avventura, indipendenza ed amori. Si recupera un mito che, per molti, è diventato realtà. È un mito, perché Sandokan realmente non è mai esistito eppure ne continuiamo a parlare ed a riverire come se fosse stato un tempo tra di noi. La verità la sappiamo tutti ed è che Sandokan non è altro che un personaggio letterario. Frutto di quella meravigliosa immaginazione avventuriera dello scrittore veronese Emilio Salgari, Sandokan è l’eroe di oltre venti romanzi divorati da ormai tre generazioni di italiani. Apparso per la prima volta nel giornale La Nuova Arena nel 1883 in una serie intitolata La Tigre della Malesia (questo il soprannome del nostro eroe), a cui seguirono presto altri volumi.



Emilio Salgari (Verona 1862-Torino 1911)
Sandokan con le sue avventure d’amore e di pirateria nei mari del Borneo divenne da subito l’uomo-eroe degli italiani.
Ciò che eleva Sandokan da semplice personaggio letterario ad un mito è che ha un tale bagaglio di storie leggendarie eppure plausibili ed ha vissuto imprese così ben descritte e verosimili da renderlo reale. Sono reali il suo nome, la sua storia, i luoghi dove ha vissuto e le persone che lo circondano. Sono tanto reali ed allo stesso tempo tanto leggendarie da diventare mito.


 Il suo nome, Sandokan, deriva dal nome della città malese di Sandakan, il principale porto commerciale del nord del Borneo da dove proviene il nostro eroe. Fino a poco fa il sindaco di Sandakan non sapeva nemmeno che la sua città diede il nome ad uno dei grandi eroi della letteratura italiana. Al riferirglielo si entusiasma, propone un gemellaggio con Verona, la città natia di Salgari, o Torino, dove lo scrittore morì suicida nel 1911.
Propone anche che i romanzi di Sandokan vengano tradotti in malese. Non conosce la storia del pirata Sandokan, dice. Ma quando poi gliela racconto, descrivendogli i suoi
arrembaggi contro velieri inglesi, le avventure che lo portano ad innamorarsi di Marianna, la mezza inglese-mezza italiana soprannominata La Perla di Labuan per la sua bellezza, e quando gli racconto delle sue incursioni contro il raja bianco del Sarawak James Brooke, il sindaco si illumina. Conosce la storia che le mie parole stavano dipanando. I suoi figli guardavano ogni Mercoledì alle tre e trenta del pomeriggio un cartone animato che ripercorreva le vicende che gli stavo raccontando. Solo che in Malesia non lo chiamano Sandokan e non sapevano nemmeno che la storia fosse stata creata da un italiano. Nel cartone animato, la storia di questo pirata che combatte contro gli inglesi è stata nazionalizzata, i nomi cambiati e la figura salgariana del Tigre della Malesia riadattati alle vicende di un pirata malese realmente esistito. Si tratta di Mat Salleh, che però combattè contro gli inglesi ben venti anni dopo il parto letterario di
Sandokan. Il mito, nel caso di Sandokan, ha preceduto la realtà.



Infatti il nostro personaggio salgariano è reale anche nella misura in cui è verosimile la sua storia. Sandokan è principe malese divenuto pirata per vendetta, per vendicare l’uccisione della sua famiglia per mano inglese. Dal suo piccolo regno nell’isola di Mompracem, che Salgari descrive come un covo di pirati protetto da altre scogliere, Sandokan diventa leggendario per la sua temerarietà e per i suoi arrembaggi contro gli inglesi. Accumula nelle grotte sotterranee della sua isola I tesori rubati dalle navi inglesi. Si innamora e rapisce la bella Perla di Labuan, vive un amore travolgente stroncato prematuramente dalla morte della sua amata Marianna. Sandokan diventa il nemico più temuto di James Brooke, l’avventuriero inglese che fonda il suo regno privato nel Sarawak, con capitale Kuching. I due giungono a sfidarsi faccia a faccia diverse volte, ma entrambi, eroe ed anti-eroe, riescono sempre dalla presa dell’altro continuando così nuove sfide.


Mompracem, Labuan, Kuching, James Brooke sono esistiti realmente. Esistono ancora, a loro modo. Non certo come li aveva descritti Salgari, che nella sua fantasia narrativa aveva aggiunto drammaticità e libertà poetica ai personaggi ed ai luoghi descritti.



 Nella cartina sottostante compare Mompracem, col nome col quale Salgari l'ha descritta

PORTOLANO DI LOPO HOMEN, 1554.


Mompracem non è un’isola a due giorni di navigazione da Labuan e non ha pendii scoscesi sul mare in tempesta. La Mompracem delle cartine nautiche dell’ottocento non si chiama nemmeno più Mompracem, ma Pulau Keraman (o Kuraman), ossia l’isola che scompare.
  Le sue basse coste sabbiose tendono infatti a scomparire con l’alta marea. Labuan è ancora oggi una importante isola di fronte al Borneo, ma di perle (anche metaforiche) non ve n’è più traccia. È un free-port commerciale, un isola che, sebbene malese, gode di una sorta di extra-territorialità commerciale che gli permette di vendere alcol ed aprire casino. È una sorta di parco giochi per chi vuole scappare via dalle dal regno ad ispirazione islamica del Sultanato del Brunei, li di fronte. Kuching, la città costruita da James Brooke, pure, esiste ancora. C’è ancora il suo palazzo, l’Altana, da dove dava ordine di dare la caccia a Sandokan, ma attorno sono sorti grattacieli.

L'Altana, costruito da James Brook
Dicono che in Borneo i pirati esistono ancora, ma i malesi ed i daiacchi che oggi si vedono remare nei fiumi o nei mari del Borneo non sono più i tigrotti di Sandokan. Le strette barche ricavate scavando un solo tronco d’albero adesso riportano le sponsorizzazioni di marche di sigarette, non lance ed i temuti kriss bagnati da veleni mortali, come amava ricordare Salgari.
Mito e realtà non corrispondono più. Il mito di Sandokan sta tramontando e Mompracem, come il suo nuovo nome ci ricorda, sta scomparendo.
 ..............


Dal satellite ecco la turistica isola di Labuan, posta di fronte al Brunei. A sud-ovest Mompracem, ovvero P. Keraman, l'isola che scompare.




Oggi la realtà è questa: Pulau Keraman dista circa 15km da Labuan, e nel suo punto più elevato misura 35m. Lì al centro si trova un faro. E’ abitata da una famiglia di coltivatori, i quali di anno in anno si ritrovano con meno terra da coltivare. I loro campi devono arretrare sempre più e stanno pensando di abbandonare l’isola.

Rivolta ad est vi è una striscia di sabbia, lunga un paio di km, ma di anno in anno più corta. Curiosamente viene chiamata Coda della Tigre. Nell'immagine qui sotto, la Coda della Tigre in una foto del 2007.













Qui sopra, in una vecchia foto degli anni '70, gli abitanti di Pulao Keraman.
E infine due immagini panoramiche della nostra isola così come è oggi.



FINE

  
Post scriptum: Nel 2011 il giovane studioso salgariano Fabio Negro ha pubblicato il volume La riconquista di Mompracem, l'isola che c'era. Nel suo saggio sostiene la tesi che la Mompracem che appariva nelle antiche carte (e che da queste scomparve nella seconda metà dell'800) sia da identificare con quello che era poco più di uno scoglio e che oggi, in seguito al regime delle maree, alla disastrosa eruzione del vulcano Krakatoa e alle imponenti battaglie navali e aeree della seconda Guerra Mondiale, è scomparso sott'acqua. Dopo ricerche avventurose indica come Mompracem il banco corallino di Ampa Patches, a poche miglia dalla costa occidentale del Borneo.


 
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8 commenti:

  1. Purtroppo siamo arrivati in un'epoca in cui ai ragazzi non si fanno più leggere né questi né altri romanzi (I ragazzi della via Pàl, Tom Sawyer, L'isola del tesoro..tanto per citarne alcuni). Ed è un peccato, perché oltreché a farti fantasticare, ti permettevano anche di scoprire il mondo. Nel caso di Sandokan il misterioso Oriente. Certo, forse oggi Salgari risulterebbe un po' datato nello stile e nell'italiano non sempre perfetto. Tuttavia è da storie come le sue che si attinge ancora per far riferimento all'Avventura. Come sono effimere le cose del mondo!!! (cit.).
    Lo stesso possiamo dire per i luoghi reali sopra descritti, sia con Sandokan che senza, hanno conosciuto tempi migliori.

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    1. Perfettamente d'accordo. D'altra parte mi pare che in maggioranza i ragazzi non leggano, tout court.

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    2. In effetti..e non solo i ragazzi ma anche gli adulti in genere.

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  2. Quando ti metterai in viaggio per Mompracem
    devi augurarti che la strada sia lunga,
    fertile in avventure e in esperienze.
    Sempre devi avere in mente Mompracem,
    raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo e quando
    metta piede sull'isola,
    tu, ricco dei tesori accumulati per strada,
    non aspettarti ricchezze da Mompracem.
    Mompracem ti ha dato il bel viaggio,
    senza di lei mai ti saresti messo in viaggio:
    che cos'altro ti aspetti?
    E se la trovi povera, non per questo Mompracem ti avrà deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
    già tu avrai capito ciò che Mompracem vuole significare.

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  3. Era scritta per Itaca, in realtò, ma calzava perfettamente e l'ho adattata. Del resto il concetto è quello. Mompracem è un'ideale, una meta da inseguire, che sia reale o no non importa....

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    1. Applausi!
      Mompracem è un luogo della mente per chi è rimasto fanciullo dentro

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