TRISTANO E ISOTTA
Le prime tracce di questo struggente mito sembrano essere celtiche. A queste si aggiunsero diverse tradizioni bretoni. Il mito di questo amore folle e contrastato, nonchè del consueto abbinamento di Eros e Thanatos, divenne molto popolare, e si scrissero molti romanzi (v. Béroul, Tommaso d'Inghilterra e altri poeti e scrittori)
Narra la leggenda: il re Marco, il più potente re della Cornovaglia, dà
in sposa la propria sorella Biancofiore al re di un regno vicino, Rivalen, suo
alleato. Questi però deve poco dopo andare in guerra e viene ucciso;
Biancofiore, profondamente afflitta, dà alla luce un bambino a cui pone nome Tristano
perchè nato nella tristezza e anch'ella dopo breve tempo muore.
Il piccolo Tristano, rimasto solo e perduto il regno che è stato conquistato da Morgan, l'uccisore di suo padre, viene allevato da Rohalt, il fedele scudiero di Rivalen, e educato da un altro scudiero, Governale; e cresce buono, forte, abile nel maneggiare le armi come nel suonare l'arpa.
Un giorno il giovinetto viene però rapito da alcuni pirati normanni; sbigottiti da una tempesta che minaccia di travolgere la nave, essi fanno voto di liberare il prigioniero se il mare si placherà, e così avviene. Tristano viene abbandonato su un lido sconosciuto e poco dopo si imbatte in alcuni cacciatori di re Marco, i quali ammirati dal suo nobile portamento, decidono di portarlo a corte.
Il sovrano si affeziona a quel giovinetto buono e bello che è forte nelle armi e lo diletta suonando dolcemente l'arpa. E il suo affetto per lui diviene naturalmente più forte quando Rohalt, giunto per caso in Cornovaglia, gli rivela che Tristano è suo nipote, il figlio di Biancofiore.
Cresciuto, Tristano sfida Morgan, lo uccide vendicando il padre e riconquista il suo regno; ma, legato ormai al re Marco, affida al fedele Rohalt il governo e torna presso lo zio.
Il piccolo Tristano, rimasto solo e perduto il regno che è stato conquistato da Morgan, l'uccisore di suo padre, viene allevato da Rohalt, il fedele scudiero di Rivalen, e educato da un altro scudiero, Governale; e cresce buono, forte, abile nel maneggiare le armi come nel suonare l'arpa.
Un giorno il giovinetto viene però rapito da alcuni pirati normanni; sbigottiti da una tempesta che minaccia di travolgere la nave, essi fanno voto di liberare il prigioniero se il mare si placherà, e così avviene. Tristano viene abbandonato su un lido sconosciuto e poco dopo si imbatte in alcuni cacciatori di re Marco, i quali ammirati dal suo nobile portamento, decidono di portarlo a corte.
Il sovrano si affeziona a quel giovinetto buono e bello che è forte nelle armi e lo diletta suonando dolcemente l'arpa. E il suo affetto per lui diviene naturalmente più forte quando Rohalt, giunto per caso in Cornovaglia, gli rivela che Tristano è suo nipote, il figlio di Biancofiore.
Cresciuto, Tristano sfida Morgan, lo uccide vendicando il padre e riconquista il suo regno; ma, legato ormai al re Marco, affida al fedele Rohalt il governo e torna presso lo zio.
Ferdinan Piloty |
In quel periodo il re d'Irlanda aveva inviato in
Cornovaglia il suo cognato, il gigante Moroldo, a esigere un tributo di
trecento giovinetti e trencento fanciulle che la Cornovaglia doveva
pagare ogni quattro anni per un antico patto.
Se Marco ricusa, dovrà opporre a Moroldo un suo campione. Nessuno dei baroni di Marco osa accettare la sfida, ma Tristano si fa avanti, combatte con lui e lo stende a terra colpito a morte. Il corpo di Moroldo viene portato in Irlanda, cucito in una pelle di cervo; e grande è il dolore della regina, sua sorella, e della bella Isotta la Bionda, sua nipote.
Quest'ultima, vedendo che nella testa dell'ucciso è rimasta infitta una scheggia della spada del suo uccisore, la estrae e la tiene come una reliquia per potere un giorno vendicare lo zio.
Se Marco ricusa, dovrà opporre a Moroldo un suo campione. Nessuno dei baroni di Marco osa accettare la sfida, ma Tristano si fa avanti, combatte con lui e lo stende a terra colpito a morte. Il corpo di Moroldo viene portato in Irlanda, cucito in una pelle di cervo; e grande è il dolore della regina, sua sorella, e della bella Isotta la Bionda, sua nipote.
Quest'ultima, vedendo che nella testa dell'ucciso è rimasta infitta una scheggia della spada del suo uccisore, la estrae e la tiene come una reliquia per potere un giorno vendicare lo zio.
William Morris |
Tristano però è
rimasto anche lui ferito, e, poichè l'arma di Moroldo era avvelenata, la piaga
non risana e infetta tutto il corpo. Rassegnato ormai a morire, per non rattristare
i suoi con una lenta agonia, si fa mettere in una barca lasciandosi trasportare
dalle onde, così potrà uscir di vita nella solitudine del mare, suonando la sua
arpa. La corrente porta la barca sulle rive dell'Irlanda, il suono dell'arpa fa
accorrere dei pescatori che raccolgono il malato e lo portano a corte, perchè
la regina e sua figlia Isotta sono espertissime nelle arti mediche; e Tristano,
per le loro cure, presto guarisce.
Egli non tarda però a rendersi conto di essere in
terra nemica e si fa passare per un povero giullare di nome Tantris, che è
l'anagramma di Tristan; poi, appena tornato in forze, abbandona di nascosto il
paese e torna in Cornovaglia.
Qui i baroni pretendono che re Marco si sposi
per avere un erede: gelosi di Tristano, non vogliono che egli lasci a lui il
regno. E Marco non si rifiuta, ma afferma che sposerà solo la fanciulla cui
appartiene il capello d'oro che una rondine gli ha lasciato cadere ai piedi.
Tristano, nel vedere quel capello, capisce che esso non può appartenere ad
altri che alla bionda Isotta, e annuncia che troverà la fanciulla.
Affreschi di Castel Roncolo |
Con alcuni cavalieri travestiti da mercanti egli naviga dunque verso l'Irlanda. Il paese è infestato da un terribile drago che nessun cavaliere è riuscito a uccidere, e il re del luogo ha promesso la mano di sua figlia Isotta a chi lo libererà da quel flagello. Tristano tenta la prova e riesce; ucciso il drago gli taglia la lingua e se la mette in tasca come prova dell'impresa compiuta.
Quella lingua avvelenata gli instilla però nel sangue il suo veleno, e il
giovane cade tramortito accanto alla sua vittima; là lo trova il siniscalco del
re, lo crede morto, e, poichè ama Isotta, taglia la testa al drago e la porta a
corte per farsi credere il suo uccisore.
Isotta, che lo disprezza per la sua notoria falsità, non gli crede e, recatasi sul luogo, vede Tristano svenuto con la lingua del drago in tasca, e comprende l'inganno. Fa allora trasportare a corte il ferito e ancora una volta lo salva.
Isotta, che lo disprezza per la sua notoria falsità, non gli crede e, recatasi sul luogo, vede Tristano svenuto con la lingua del drago in tasca, e comprende l'inganno. Fa allora trasportare a corte il ferito e ancora una volta lo salva.
Frattanto ha riconosciuto in lui il giullare
Tantris, che già era stato affidato alle sue cure, non solo, ma nel forbire la
sua spada si accorge della scheggia mancante e scopre che il frammento di
acciaio da lei conservato si adatta perfettamente alla lama. Così ha la
certezza di avere dinanzi a sè l'uccisore di suo zio e vorrebbe ucciderlo.
Tristano non si
ribella, vuole però che ella sappia che Moroldo non è stato ucciso a
tradimento, ma in un leale duello. D'altra parte, se lo uccide, dovrà sposare
il siniscalco; egli invece le offre ben altre nozze: quelle con re Marco di
Cornovaglia. E Isotta lascia cadere il furore. Il siniscalco viene
svergognato e Isotta segue Tristano in Cornovaglia per andare
sposa al re.
A. Spied |
Al momento della partenza, la
regina affida un filtro magico a Brangania, la fida ancella di Isotta; ella
dovrà farlo bere alla fanciulla e al suo sposo perchè l'uomo e la donna che lo
berranno saranno uniti da eterno amore. Ma durante la traversata, Tristano e
Isotta bevono, senza saperlo quel filtro; e dal quel momento nasce fra loro
una passione che nulla potrà mai infrangere.
A. Spied |
In Cornovaglia si celebrano le nozze di Isotta col
re, ma, tra la lietezza generale, solo Tristano e Isotta sono in pena. E
quella pena diverrà sempre più profonda col tempo.
I baroni invidiosi di Tristano non tardano ad accorgersi che il giovane
rivolge alla regina sguardi pieni di affetto e ne è ricambiato; avvertono dunque il
re. Marco non sospetta e non crede, ma allontana Tristano dalla corte,
affinchè dimentichi il suo sentimento, se pur esiste.
E allora comincia tra i due giovani una
corrispondenza segreta: vi è un ruscello che dalla foresta giunge fino nelle
stanze di Isotta, e Tristano getta in quel ruscello piccoli pezzi di
scorza su cui incide i suoi messaggi. Così Tristano e Isotta possono darsi
qualche convegno e incontrarsi a volte nel giardino. Froncino, un malvagio
nano, avverte il re, che si nasconde nel giardino per sorprenderli in una
chiara notte lunare.
Ma quando Marco ascolta il loro colloquio innocente, si pente dei suoi sospetti
e richiama a corte Tristano. Adesso i baroni, furiosi, tramano ancora ai
danni di Tristano, fanno credere al re che egli si prepari a rapire Isotta e
gli mostrano false prove. Marco furioso, ordina che il giovane sia condannato al rogo e Isotta
abbandonata in una colonia di lebbrosi. Ma Tristano, mentre è condotto al
supplizio, chiede il permesso di pregare un poco in una cappella a picco sul
mare, e di là si getta nelle onde mettendosi in salvo. Poi libera Isotta e con
lei, e con il fido scudiero Governale, si rifugia nella foresta.
Un giorno re Marco li scopre là, addormentati. Ma
essi sono così sereni, con la spada di Tristano posta tra loro come per
separarli, che il sovrano si commuove e non osa far loro del male. Riprenderà
con sè Isotta e Tristano partirà per lontane regioni. Prima di lasciarlo, la
regina gli dona un anello: in caso di bisogno egli dovrà farglielo pervenire,
ed ella accorrerà da lui.
In Bretagna Tristano stringe amicizia col duca di Hoel e con suo figlio Caerdino, da lui aiutati in guerra. Caerdino in particolare lo ama come un fratello e vorrebbe che egli sposasse sua sorella, Isotta dalle bianche mani. Tristano non ama Isotta, ma il suo nome lo commuove e, sperando di dimenticare in lei l'altra Isotta, consente a sposarla.
In Bretagna Tristano stringe amicizia col duca di Hoel e con suo figlio Caerdino, da lui aiutati in guerra. Caerdino in particolare lo ama come un fratello e vorrebbe che egli sposasse sua sorella, Isotta dalle bianche mani. Tristano non ama Isotta, ma il suo nome lo commuove e, sperando di dimenticare in lei l'altra Isotta, consente a sposarla.
Frederic Leighton |
Ma la vita dei due sposi non è felice perchè Tristano non
può dimenticare l'amore di un tempo, e Isotta dalle bianche mani si accorge di non essere amata.
Infine il cavaliere confida a Caerdino la sua pena e questi vuole che egli
torni in Cornovaglia da Isotta la bionda
Partono dunque insieme e più volte Tristano
cerca di avvicinare Isotta travestendosi ora da mendicante lebbroso ora
da penitente, ma Isotta, che ha saputo delle sue nozze, è irritata con lui e lo
scaccia. In ultimo Tristano si presenta ancora alla regina fingendosi un cantastorie
pazzo.
Questa volta Isotta non sa resistere e gli perdona: essi sono ancora felici, ma per poco.
Questa volta Isotta non sa resistere e gli perdona: essi sono ancora felici, ma per poco.
Louis Rhead |
I baroni sospettano e costringono il finto folle a
fuggire per non mettere in pericolo l'amata.
Tornato ancora in Bretagna, Tristano aiuta
nuovamente Caerdino in una guerra contro un feudatario nemico, ma è ferito con
una lancia avvelenata e nessuna cura può salvarlo. Lo potrebbe fare solo
Isotta la Bionda,
esperta di filtri salutari, ma ella è lontana. Per rivederla un'ultima volta,
più ancora che per essere da lei guarito, Tristano prega Caerdino di
recarsi in Cornovaglia e di portare a Isotta l'anello che ella gli aveva
dato: certo la regina accorrerà a quell'appello.
Se tornerà con Isotta metta alla sua nave vele bianche, altrimenti vele nere. E Caerdino parte. Ma Isotta dalle bianche mani ha ascoltato il loro colloquio e ha saputo perchè il suo sposo non l'ha mai potuta amare; e il suo cuore è pieno di gelosia e di rancore. E, quando vede dalla finestra la nave di ritorno, con bianche vele, perchè Isotta è accorsa, mente annunciando a Tristano che le vele sono nere.
Se tornerà con Isotta metta alla sua nave vele bianche, altrimenti vele nere. E Caerdino parte. Ma Isotta dalle bianche mani ha ascoltato il loro colloquio e ha saputo perchè il suo sposo non l'ha mai potuta amare; e il suo cuore è pieno di gelosia e di rancore. E, quando vede dalla finestra la nave di ritorno, con bianche vele, perchè Isotta è accorsa, mente annunciando a Tristano che le vele sono nere.
Deluso e disperato, Tristano si abbandona alla morte, mentre Isotta la bionda fa appena in tempo ad abbracciarlo. Non potendo recargli nè salvezza nè conforto, si
spegne di dolore. Re Marco apprende la morte di entrambi e viene a sapere del
segreto del filtro; commosso fa trasportare in Inghilterra i due corpi e li
seppellisce insieme presso una chiesa.
FINE
Potrebbero interessarti anche:
La leggenda del re Cophetua
La bella dama senza pietà
Desiderio di miti, anche scadenti
L'eroe non può amare
La fata Melusina
La leggenda del re Cophetua
La bella dama senza pietà
Desiderio di miti, anche scadenti
L'eroe non può amare
La fata Melusina
Nessun commento:
Posta un commento