venerdì 26 febbraio 2016




LE DONNE E GLI APPREZZAMENTI MASCHILI
PER LA STRADA


L'ultimo cavaliere (di Albert Birkle)


C'è stato un tempo in cui ero una giovane e timidissima adolescente. Uscire sola per strada era spesso una grande sofferenza: i ragazzi mi importunavano! A volte erano frasi imbarazzanti; a volte delle ancora più imbarazzanti prese in giro; a volte (orrore!) delle volgarità che nemmeno capivo.

Wolfgang Letti


All'epoca l'oriente era esotico e lontano, e non avevo mai sentito parlare di burqa, ma se me l'avessero presentato, l'avrei senz'altro desiderato come parte integrante del mio guardaroba: qualsiasi cosa pur di non passare attraverso le forche caudine di quegli sguardi e quelle parole. 












Wolfgang Letti

Occorsero diversi anni prima che capissi che quelle manifestazioni non avevano lo scopo di umiliarmi, ma bensì erano semplici apprezzamenti, complimenti, sì volgari, ma pur sempre complimenti; potevano causare ancora un certo imbarazzo, ma sostanzialmente venato di soddisfazione e sano orgoglio.






Michael Cheval

E di anni ce ne vollero ancora prima che questi complimenti si diradassero: dapprima smisero di essere quotidiani e numerosi, in seguito divennero decisamente più rari, saltuari. Potevo uscire per strada senza particolari imbarazzi e senza particolari soddisfazioni. Per dirla tutta, ad un certo punto attirare lo sguardo di un uomo per strada è diventata una vera eccezione.

Wolfgang Letti


 

Contemporaneamente è mutato (ovvio, che ve lo dico a fare?) il mio atteggiamento: non più tracce di vaghi rossori, non più superbamente il naso per aria e la faccia di chi fa finta di non sentire, tutto il contrario! Ad un dato momento mi sono infatti resa conto che istintivamente mi giravo, sorridevo e ringraziavo per il complimento: ''Molto gentile, grazie!'' facendo mostra finalmente di tardiva disinvoltura (ma anche di patetica riconoscenza, in un'età non più verdissima).



 Ormai però, avendo passato i 60, non capitano più neanche le rare occasioni.
Eppure...l'altro giorno mi trovavo alla Rinascente quando alle mie spalle ho sentito un entusiastico ''Buongiorno!''. Mi son girata, era un signore maturo, diciamo della mia età, manco brutto. ''Ma buongiorno! Finalmente una signora vestita da donna...con la gonna lunga, elegantissima, complimenti...! Mi piace molto!''. Un assoluto sconosciuto. 

Margo Selski

 Un po' seccata, perchè mi si rivolgeva a voce piuttosto alta, ma ovviamente sensibile ai preziosi (in quanto rari e tardivi) complimenti, gli ho fatto un bel sorriso aperto, da donna matura che ormai ha superato le ridicole timidezze adolescenziali, e gli ho detto ''Grazie, davvero gentile!''. 















George Underwood


Lui però insisteva: ''Che bello vedere una donna così elegante! Una vera matrona romana!''. Ecco, qui cominciava a piacermi di meno. ''Ancora grazie'' e poi ho preso la fuga tra i banchi prima che concludesse con cose ancor meno piacevoli, tipo ''Lei sembra uscita da un dipinto... Di Botero''... o similia. 






George Underwood





Mentre svicolavo tra i banchi di borsette, tutti mi guardavano.











FINE

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