lunedì 13 aprile 2015




ANGELICA LA MARCHESA DEGLI ANGELI



Negli anni '60 i coniugi Anne e Serge Golon scrissero una serie di romanzi a quattro mani imperniati sulle avventure dell'eroina secentesca Angelica, soprannominata la Marchesa degli Angeli. La serie è composta da 21 volumi, di cui quelli pubblicati dopo il '72, scritti dalla sola Anne, rimasta vedova. Ma lo stile di questi ultimi cambia radicalmente, poichè lei aveva una maniera di scrivere molto più macchinosa. Il successo editoriale dei primi volumi fu enorme. Persino il mio austero padre aveva i primi romanzi della serie ben nascosti nella libreria dello studio (ma non nascosti abbastanza bene da sfuggire all'attenzione di una tredicenne curiosa). Sull'onda di questo successo furono girati 5 film (tutti con la regia di Bernard Borderie) che ebbero anch'essi un successo di botteghino colossale, tanto da divenire un vero e proprio fenomeno di costume. In un'intervista relativamente recente, il protagonista Robert Hossein, dal fascino ormai più che appannato, raccontava di come, a distanza di quasi cinquant'anni, a Natale ancora si impennino le vendite dei cofanetti (fino a qualche anno fa di vhs, e oggi di cd) della collezione completa dei film di Angelica.
Tralascio di parlare dei romanzi (letteratura romantica relativamente di buon livello, con ricostruzione storica accuratissima) per analizzare solo le pellicole e cercare di capire il perchè di tanto smisurato successo.
Probabilmente è superfluo, ma metto qui la trama, ridotta all'osso:
La bella Angelica è figlia di un barone di campagna.
 Viene data in sposa contro la sua volontà a Jeoffrey de Peyrac, un ricchissimo conte zoppo e rimasto sfregiato in battaglia.


Prima di andare sposa, decide di concedersi all'amico d'infanzia che lavora nella proprietà del padre (Giuliano Gemma/Nicola), ma cambia idea prima di consumare.








 
 La bicocca offerta dallo sposo la vediamo qui a fianco.
E qui sotto, l'orribile marito srfegiato.








 





La servitù che la prepara per la notte di nozze






A fianco, la sposina, disperata rifiuta qualsiasi intimità.






 Ma Jeoffrey si rivelerà tanto intelligente e affascinante da conquistarla. In questa scena scabrosa Jeoffrey ripulisce dalla terra la statua antica appena trovata negli scavi che cura personalmente, e toccando il seno della statua guarda Angelica negli occhi.






 E questa è l'intensa (?) espressione di Angelica che si scopre innamorata
















L'amore tra i due diviene travolgente allietato anche dalla nascita di un figlio .










  Il parto di Angelica è una cosa semplice e pulita, con appena una ciocca di capelli umida di sudore.









Il re fa visita a Jeoffrey, inspiegabilmente al braccio di una regina abbigliata come usava cent'anni prima.


 Luigi XIV,  intimorito dalla ricchezza del conte e invaghitosi della splendida Angelica, ordina di arrestare Jeoffrey con l'accusa di stregoneria. Jeoffrey viene condannato al rogo, perchè è in grado di ottenere l'oro dal minerale che estrae dalle cave nei suoi possedimenti: non si tratta di stregoneria, ma di un normale processo chimico, ma vallo a spiegare agli inquisitori. Dunque Jeoffrey, oltre ad essere un provetto spadaccino, un poeta e un uomo straricco, è anche uno scienziato ante litteram. Trovarne, di mariti così, anche se zoppi e sfregiati...  Angelica, caduta in disgrazia e con un altro figlio a cui badare, trova aiuto e conforto nell'incontro con Nicola, suo vecchio amico e primo amore, che la accoglie alla Corte dei Miracoli, della quale è il capo. 


























Nicola rimane poi ucciso e Angelica lascia la Corte dei Miracoli, riuscendo a diventare proprietaria di una locanda, e successivamente a trasformarla in un locale di gran moda grazie alla preparazione di un nuovo prodotto: la cioccolata. (A proposito, ne parlo anche qui)




Divenuta nuovamente ricchissima, accetterà la proposta di matrimonio di suo cugino, il bel marchese Filippo de Plessis-Belliere il quale muore presto in battaglia.
 Per ordine del Re Sole si reca allora dall'ambasciatore persiano con l'intento di fargli firmare un trattato di alleanza. Alla riuscita di questa impresa otterrà in premio il palazzo di Parigi, appartenuto in passato al primo marito, l'adorato Jeoffrey de Peyrac.



 







 Il persiano tenta con la violenza di fare sua Angelica senza però riuscirvi. 
















 



 Angelica, il cui fascino fa impazzire il Re Sole, con la sua bellezza è in lizza per diventare la nuova favorita del re: 





questo farà nascere gelosie alla corte che porteranno a tentativi di omicidio, poi si troverà a dare rifugio ad un uomo ricercato con cui avrà una notte d'amore, scoprirà la verità sul presunto omicidio di suo marito, e conoscerà strani personaggi come Savary, un anziano alchimista.





 


  Dopo un nuovo tentativo di omicidio, questa volta scongiurato proprio dal marito creduto scomparso, Angelica è ormai certa che il marito sia vivo, e parte alla sua ricerca. Viaggiando per mare  viene catturata dai pirati e venduta come schiava. Comprata a sua insaputa proprio dal marito, divenuto un pirata temibile e ricchissimo con lo preudonimo de "il Rescator", viene rapita per la seconda volta dai corsari e portata ad Algeri.


















Viene imprigionata in un harem del re del Marocco, da cui il marito la libererà.

C'è da dire innanzittutto che all'epoca (i film furono prodotti dal '65 al '68) i film in costume andavano tanto di moda. Poi la protagonista, Michèle Mercier, era molto bella, il che andava bene per gli spettatori maschi; poi se il protagonista maschile, Robert Hossein, bellissimo non era, aveva comunque molto fascino, il suo personaggio era tenebroso quanto basta,e come valore aggiunto aveva uno sfregio sulla guancia che, per meccanismi perversi noti solo a noi donne, aumentava le sue attrattive. Lo sfregio era fatto maldestramente con qualche strato di stucco, e anzichè essere una cicatrice, come da copione, appariva invece come una ferita perennemente aperta, dai bordi rilevati. Ma c'è di più: si trattava di uno sfregio a margini variabili: nelle scene d'azione attraversava l'intera gota ed era profondo, nelle scene d'amore diventava più piccolo, meno rilevato e più chiuso.



A parte l'ambientazione alla corte del Re Sole, e tutto ciò che quel periodo concerneva (complotti, magia nera, delitti, i misteri della Corte dei Miracoli, la Santa Inquisizione ecc.) vi sono anche alcuni ''topoi'' dei romanzi d'avventure d'ogni tempo, primo fra tutti il rapimento della bella protagonista da parte dei pirati, e la prigionia nell'harem del sultano.
Ma il piatto forte dell'intera serie è l'erotismo soft (l'unico possibile in quegli anni) che si affaccia a più riprese. La povera ragazza gioca nel fiume con l'amico d'infanzia, e non si rende conto della camicia che le si appiccica addosso; viene spogliata, lavata e profumata da uno stuolo di domestiche che la prepara per la prima notte di nozze; viene spogliata e valutata quando è venduta come schiava; si ritrova seminuda in continuazione, non si vede mai nulla, ma ogni tanto ''quasi'' si vede. Cosa che tiene lo spettatore sul chi vive, attaccato allo schermo. 


 Per noi signore, invece, ogni volta che l'affascinante marito, così avventuroso e sfuggente, sta per apparire, parte la colonna sonora col ''tema di Jeoffrey''; e noi spettatrici, con una specie di riflesso di Pavlov, drizziamo la schiena e attendiamo che sullo schermo compaia il Nostro.
La povera Angelica era talmente bella che ogni uomo che incontrava voleva portarsela a letto o magari violentarla. Alle volte veniva salvata in estremis, altre viveva brevi relazioni (Re Sole compreso), addirittura si sposa. La morale è salva perchè la poverina era convinta d'essere rimasta vedova di Jeoffrey, apparentemente morto sul rogo;
I film di Angelica sono stati trasmessi molte volte in tv, ogni volta seguitissimi, almeno dal pubblico femminile, me compresa. Finchè non sono riuscita ad acquistare il famoso cofanetto che mi guardo ogni tanto, con la scusa di ripassare il mio francese.


Con una certa cattiveria, vi faccio presente che cinquant'anni sono trascorsi dall'uscita dei film, e che molte cose sono cambiate.

Robert Hossein

Michèle Mercier





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