martedì 19 agosto 2014





L'EROE NON PUÒ AMARE


Tutti abbiamo presenti le eterne fidanzate dei personaggi dei fumetti; parlo di quelli classici , dell’età d’oro. Topolino e Minnie, Popeye e Olivia, Flash Gordon e Dale Arden, Mandrake e Narda, e tanti altri, non si sposeranno mai, condannati apparentemente senza motivo alla castità eterna. 



Perché l’eroe non può sposarsi? Anzitutto perché il matrimonio e la famiglia gli impedirebbero di compiere le sue imprese. Il trascinarsi appresso una moglie (la quale inevitabilmente cercherebbe di trattenerlo a casa), l’avere dei figli, con tutti gli obblighi che questo comporta, i fastidi e le preoccupazioni del quotidiano, tutto questo non sarebbe compatibile con l’attività dell’eroe.
Nel mondo dei comics tutte le coppie sposate sono degli anti-eroi, come Arcibaldo e Petronilla, o Andy Capp e Florrie, personaggi ridicoli che non sono in grado di combinare niente di buono.


 

 









Ogni tanto gli autori ci provano, tanto per dimostrare che anche l’eroe è umano. Tex Willer, il ranger senza macchia e senza paura, sposa Lilith, figlia di un capo Navajo. La poveretta viene eliminata piuttosto velocemente grazie all’epidemia di vaiolo causata dai cattivi, e gli lascia il figlio Kit. Da quel momento il vedovo non mostrerà più alcun interesse verso il gentil sesso, ma solo cortesia. Se nel fumetto di Tex compariranno ancora donne saranno sempre figure da proteggere, o in alternativa delle nemiche da combattere. Tex insomma, è un eroe assolutamente casto.

























C’è da dire che su alcuni eroi aleggia un certo sospetto. Nelle strisce di Mandrake talvolta appare velatamente una forma di eccessiva vicinanza tra lui e Narda, che fa sorgere il dubbio che convivano, sia pure in modo non continuativo.






 Nei cicli dei romanzi salgariani, se l’eroe si innamora e corona il suo sogno alla fine di un romanzo, si può esser sicuri che nel romanzo successivo il nostro Emilio ha già provveduto a renderlo vedovo. Per esempio, ne Le Tigri di Mompracem Sandokan si innamora, corrisposto, di Marianna. All’inizio del romanzo successivo (I pirati della Malesia), veniamo a sapere che l’amatissima ma scomoda Marianna è stata prontamente eliminata dal colera, lasciando un eroe inconsolabile che non si innamorerà mai più. 


 Più astuto Yanez de Gomera, amico fraterno di Sandokan, che conosce la sua Surama (una rani spodestata) nel 4° volume del “ciclo della Malesia” (Le due tigri) e sceglie il ruolo dell’eterno fidanzato. Finchè riconquisterà il regno dell’amata e si sposeranno alla fine dell’ultimo volume.

Tornando ai fumetti, fra quelli dell’età d’oro unica eccezione è il Principe Valiant. Non ho spiegazioni per l'assoluta diversità di questo personaggio. Nasce dalla fantasia di Hal Foster, illustratore canadese, e non è propriamente un fumetto: i dialoghi sono riportati nelle didascalie sotto le figure e non dentro le nuvolette.





 Le strisce iniziano quando lui, figlio del re di Thule, è ancora un bambino. Egli deve fuggire con la famiglia quando il regno viene invaso dai nemici. Fra mille avventure Valiant cresce, riconquista il suo regno, si sposa con Aleta, regina delle Isole della Nebbia, diventa cavaliere della Tavola Rotonda, ha diversi figli che crescono a loro volta mentre lui invecchia, e Aleta rimane sempre giovane e bellissima.


 


La storia del Principe Valiant è fra le più belle dei fumetti di ogni tempo, con tavole realistiche e curatissime.






Fra i romanzi, un'eccezione è costituita dal ciclo della Primula Rossa. Sir Percy è sposato, e davanti al mondo, moglie compresa, si finge un vacuo damerino. In realtà rischia la vita per far fuggire in Inghilterra i nobili francesi, perseguitati durante la rivoluzione (decisamente un eroe reazionario, romantico ma démodé). Ha sottovalutato la moglie non rendendola partecipe della sua missione. Quando la moglie si rivela coraggiosa quanto lui, e con i suoi stessi ideali, lui potrà finalmente dirle tutto, compreso l'amore che prova per lei, e nei romanzi successivi saranno complici. Come mai questa eccezione alla regola? Perchè chi ha scritto i romanzi della Primula Rossa è una donna romantica di fine '800, la Baronessa Emma Orczy; e difficilmente una donna guarderebbe a se stessa come una palla al piede, come un ingombro per le belle avventure del marito...





























Perchè in realtà, l'unico caso in cui l'Eroe può amare e sposarsi è quando trova una moglie adeguata a lui, che possa aiutarlo nella sua opera straordinaria, un’Eroina anche lei. 

Pensiamo a Diabolik e Eva Kant: anche qui non è un caso che le autrici siano due donne. Il sogno femminile è sempre quello di non essere esclusa dalla vita del compagno, ma anzi di parteciparvi il più possibile. (Il sogno di una donna è spesso un po' appiccicoso, come lamentano molti uomini).
Pensando invece ad un Eroe reale, è emblematica la figura del nostro eroe nazionale Garibaldi. Egli, sposato, mentre compiva le imprese mantenne al suo fianco la moglie, che peraltro non smise mai di sfornare bambini.



E’ con qualche brivido, e con un senso di aberrazione, che al Gianicolo possiamo ammirare la statua equestre di Anita, che tiene una pistola nella mano destra e il piccolo Menotti sul braccio sinistro (niente sedili posteriori, né seggiolino, né cinture di sicurezza). In realtà lo scultore Rutelli in questa raffigurazione si riferisce alla fuga di Anita dai soldati imperiali che volevano catturarla a Rio Grande do Sul. Ella scappò nel bosco col bambino appena nato e lì la ritrovò il marito dopo 4 giorni. Tutto questo ci riconcilia col monumento, che a prima vista poteva sembrare delinquenziale.

La moglie e la famiglia non sono i soli motivi che impediscono all'Eroe di amare. Nel mito un grande impedimento è costituito dall'amore stesso. L'amore priva l’eroe dei poteri. L’innamorato è debole per definizione, è preoccupato per l’incolumità dell’amata, è impegnato a provvedere a lei, diventa apprensivo, geloso, desidera affascinarla, si raddolcisce, teme di perderla. Diventa insomma un umano qualsiasi, anzi, un umano particolarmente vulnerabile.
L’Eroe non può amare, pena la perdita dei suoi (super) poteri, delle sue capacità, della sua forza.
Il Mago Merlino perde i suoi poteri magici quando si innamora di Viviana (Nimue). Ormai vecchio e forse un po’ rimbambito, pur sapendo che la cosa si ritorcerà contro di lui, le svela tutti i suoi incantesimi. 



Edward Burne-Jones: Viviana imprigiona Merlino

Viviana li userà subito per eliminarlo, costruendogli intorno un altissimo e invisibile muro, una prigione dalla quale Merlino non potrà mai più fuggire.

A questo punto mi viene in mente la figura del Mahatma Gandhi che fece voto di castità a 36 anni, benché sposato. Egli riteneva infatti, che i rapporti sessuali indebolissero l’armonia spirituale, la forza interiore, le capacità psichiche. La moglie Kasturba subì questa decisione unilaterale, non so di preciso con quale spirito.

Gandhi con la moglie Kasturba.


 Un’ultima cosa da considerare è la castità dei sacerdoti cattolici. Forse la chiave di lettura (a parte quella ovvia della sessuofobia insita nel cattolicesimo) sta nella volontà di sottolineare l’eccezionalità dell’uomo-sacerdote rispetto all’uomo comune: l’uomo con dei poteri che gli altri non hanno, l’uomo-sciamano-eroe, rappresentante della divinità, che commina i peccati in suo nome, celebra riti e compie il miracolo della transustanziazione, tutti privilegi e capacità superiori che non possono esser messi a repentaglio dal sesso e/o dall’innamoramento.


 
Domenico Ghirlandaio: San Girolamo, che fu grande fautore del celibato dei sacerdoti.




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