venerdì 31 ottobre 2014




HOKUSAI

Questo grande artista giapponese nacque a metà del 1700, in un Giappone rigidamente feudale, chiuso agli scambi con l'estero. Lavorò per molti anni come apprendista xilografo, perciò la sua produzione giovanile seguì la tradizione, senza manifestare autonomia di tema o stile. 
 In perfetto stile classico-tradizionalista sono molte delle figure umane, in cui l'impianto unitario e compatto tende ad ''assorbire'' i particolari. In questa maniera si impone all'osservatore una vera ricerca, tipicamente orientale, per rintracciarli, come per esempio accade con questa danzatrice (la mano, il ventaglio...)



Danzatrice di shirabyoshi






Divenne in seguito molto più creativo, cosa che contribuì alla sua popolarità. Aveva anche delle trovate un po' istrioniche che fungevano da autopropaganda: andava dai disegni eseguiti con la scopa su fogli immensi, a microscopiche delicatezze eseguite su un chicco di riso, a stendere per terra un foglio di carta, tracciarvi una striscia blu, farvi camminare sopra una gallina con le zampe intrise di rosso, e intitolarlo ''Foglie d'acero su un fiume'' mandando in visibilio la folla.
Bisogna tener conto che l'ambiente artistico era molto competitivo.





Negli anni della maturità si dedicò alla natura e al paesaggio, dimostrando in questo campo una libertà e una modernità che tanto influirono sulla sua fortuna in Europa.
Entro un ventennio eseguì le famose xilografie a tema: ''Le cinquantatrè tappe della strada di Tokkaido'', gli undici ''Ponti famosi'', le ''Cascate'' , le cento ''Vedute del Fujiyama'' e altre. 

La xilografia qui sopra rappresenta una scena del dramma teatrale che racconta la storia dei quarantasette rônin. La scritta sull'ombrello dice: ''Nuova stampa-anno della tigre'', che sarebbe il 1806.
Qui sotto, dalla serie detta dei ''Grandi fiori'', la xilografia ''Peonie e farfalla''. La peonia in Cina era simbolo di ricchezza e onore. In Giappone invece alludeva al mese di luglio, mentre la farfalla indicava la grazia femminile (e due farfalle, l'amore coniugale). Le tavole di questo gruppo, così come quelle della serie ''Piccoli fiori'', hanno molte caratteristiche della tradizione cinese.



Della serie ''Piccoli fiori'', la xilografia qui sotto rappresenta un crociere fra i cardi selvatici.





Altre tratte dalla serie dei Ponti, di cui la prima raffigura un curioso ponte di barche.
































Dalla serie delle Cascate: ''La cascata di Amida''.
Il nome della cascata è quello di uno dei cinque Budda della contemplazione, perchè la sua forma ricorda l'aureola dello stesso Amida.

 Qui sotto: ''Chiaro di luna sul fiume Yodo-Gawa''. Si tratta del fiume che bagna Osaka. A destra vi è un castello e sotto le mura una ben nota ruota idraulica. La vista dall'alto è molto originale.




Nella serie delle ''Cento vedute del Fuji'' Hokusai riuscì a superare ogni limite illustrativo, e ad esprimersi a briglia sciolta. Mostrò paesaggi noti, ma con tagli inconsueti, e adottò sovente una prospettiva aerea fino ad allora sconosciuta in Estremo Oriente.


















 

 


Il paesaggio era un soggetto che i precedenti incisori avevano trascurato. Il pubblico era avezzo a figure di donne, di attori, scene domestiche o erotiche. Il paesaggio che veniva trattato dai pittori cinesi, riferimento essenziale per i nipponici, era sempre frutto di fantasia. Hokusai scoprì negli aspetti del suo paese un'ispirazione senza fine. 

Mandorli in fiore di Van Gogh
In Francia la sua opera produsse innovazioni sostanziali. Le sue xilografie, insieme a quelle di Hiroshige e Utamaro, furono fondamentali nella formazione degli impressionisti francesi, per esempio nelle stesure a piatto di Manet, Gauguin ecc.; o nei 'tagli fotografici di Degas o Toulouse Lautrec. Il tratteggio degli xilografi può aver contribuito al pennelleggiare frazionato degli impressionisti, soprattutto di Van Gogh. Anche la mania dei ventagli e dei paraventi, tutto questo fece parte del ''giapponismo'', tendenza che proseguì con Klimt, con l'Art Nouveau e oltre ancora.




Gli Iris di Hokusai servirono d'ispirazione a Gauguin per una bella scatola d'avorio scolpito, appartenente ad un collezionista privato, e di cui purtroppo non ho trovato alcuna immagine sul web. Ispirarono anche diverse opere di Van Gogh di cui una appare qui sotto.





Iris, di Van Gogh

Infine, l'opera forse più conosciuta di Hokusai, una delle Trentasei vedute del Fuji (precedenti alle ''Cento vedute''), ''L'ondata a Kanagawa''.
E' un'immagine emozionante, verosimile, ma non realistica, stilizzata fino al paradossale, ma essenzialmente Onda, l'immagine di tutte le onde.




Hokusai morì nel 1849. Complice il fatto che
nel 1854 i porti giapponesi aprirono finalmente alle navi occidentali, a meno di dieci anni dalla sua morte Hokusai era già una vera leggenda nella Francia dei grandi movimenti artistici. Si trattò di qualcosa di più di un semplice scambio culturale. Fu un vero e proprio virus che dilagò in tutta Europa sollecitando gli artisti a inedite esplorazioni. A tutt'oggi Hokusai è più conosciuto e amato nel mondo occidentale di quanto non lo sia nel suo paese.


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