giovedì 18 settembre 2014




DONNE CHE AMANO TROPPO
(Prima Parte)



  Per fortuna non tutte oggidì ci cascano, ma vi sono fattori storici e sociali che insegnano e impongono da millenni alle donne la devozione amorosa come la virtù massima che si deve possedere per sentirsi realmente femminile. Nell'immaginario comune (soprattutto pressessantottino) la donna deve soffrire, amare e sacrificarsi, questo è il suo destino, il ruolo che deve interpretare per sentirsi una femmina adeguata. La donna che non si sacrifica per il marito, i genitori, i figli, e per loro non soffre, è una donna immeritevole, che non ama abbastanza.


Dopo il femminismo le cose sono solo parzialmente cambiate; per tante donne, anzi, non sono cambiate affatto. Si risente ancora di questa mentalità: non basta una generazione per liberarsi delle pastoie degli ultimi millenni. Una mia amica, moglie, madre, lavoratrice, è andata ad abitare in una casa vecchia. Le mattonelle dietro il lavandino di cucina avevano le fughe tutte annerite dalla muffa. Le ho fatto presente che se avesse usato varecchina con una spruzzetta il nero sarebbe tornato bianco istantaneamente. Non ha voluto neanche provare: senza l'aiuto di striggiola, olio di gomito e detergenti non si sentiva a posto nè come igiene nè come coscienza. Un'altra aveva la donna d'aiuto una volta la settimana. Un giorno le è scappato detto: ''Ah, stai tranquilla che a casa mia non ha mai trovato sporco!'' della serie:''Sì, mi faccio aiutare, ma prima pulisco io per non fare brutta figura..!''
Si tratta di donne che sentono di dover accudire i loro mariti (o figli) per dimostrare il loro amore, donne con orario di lavoro magari peggiore di quello del marito, ma che si fanno in quattro per fargli trovare il pranzo e la cena pronti, che rifanno il letto ai figli ventenni ecc. ecc. E' solo così che sentono di essere buone madri o mogli.

Sono donne che, quando si innamorano, si annullano del tutto. Ovviamente il loro lui non le amerà altrettanto, le farà soffrire, e loro cercheranno di giustificarlo (parlando per esempio della sua infanzia infelice), di circondarlo di attenzioni nella speranza che lui diventi più gentile e le ami. Amano l'uomo sbagliato perchè in fondo sono convinte di non meritare di meglio. Più di tutto hanno timore dell'abbandono. Preferiscono star male con un uomo scadente piuttosto che con uno gentile e affascinante, che un'altra donna migliore di loro potrebbe sottrargli.
Queste donne, abituate, per l'educazione ricevuta, a sottostimarsi davanti all'uomo che concede loro i suoi favori, vivranno di sacrifici e rassegnazione, prigioniere dello stereotipo della donna il cui ruolo è proteggere e servire la famiglia. E non è detto che ne siano infelici: spesso sono soddisfatte dei loro sacrifici, di cui possono parlare vantandosi e mostrando a tutti la loro immagine di donne ''comme il faut''.
 


 














 

Nella pratica la donna, fino al secolo scorso, era la regina della casa, l'angelo del focolare, la custode della famiglia. La moderna scienza dell'economia domestica fu valorizzata dal fascismo: la donna era tenuta a trasformare la casa in un paradiso di pulizia, serenità e calore. Ma dietro il ruolo di direttrice della casa si nascondeva un ruolo subalterno all'uomo, da tutti i punti di vista, anche emotivo e riproduttivo.
Negli anni '30 così insegnava una scrittrice oggi giustamente dimenticata, Camilla del Soldato:

COME ESSERE UNA BUONA MOGLIE
1. Ama tuo marito più d'ogni altra cosa, ed il prossimo tuo meglio che puoi; ma ricorda che la casa è di tuo marito, e non del prossimo.
2. Considera tuo marito come ospite di riguardo ed un amico prezioso; non come un'amica, a cui si raccontano le piccole noje. E di questa amica, se puoi, fanne a meno.
3. Prepara a tuo marito una casa ordinata ed un viso sereno, pel suo ritorno; ma non ti adontare se non se ne accorge subito.
4. Non chiedergli il superfluo per la tua casa e per i bambini.
5. Fai che i bambini siano sempre freschi e puliti e che tu sia fresca e pulita come loro; che egli sorrida vedendovi; che vi ripensi, se è lontano.
6. Ricordati che l'hai sposato per la buona e la cattiva fortuna. Se tutti l'abbandonassero tu dovrai ancora tenere la sua mano stretta tra le tue.
7. Se tuo marito ha ancora la sua mamma, ricorda che non sarai mai abbastanza buona e devota a lei che l'ha cullato fra le braccia.
8. Non chiedere troppo alla vita. Per essere felice ti basti essere utile.
9. Se le pene arrivano non avvilirti e non disperare: il bene ritorna. Abbi fede in tuo marito: egli avrà coraggio per tutti e due.
10. Se si allontana aspettalo. Se sta molto a tornare, aspettalo. Se anche ti abbandonasse, aspettalo; perchè tu non sei solamente sua moglie, ma sei l'onore del suo nome. Ed egli un giorno tornerà e ti benedirà.

Diciamo che chiude veramente in gloria.


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