domenica 14 settembre 2014





SU COXINAU

Nella vita di un contadino, il pasto caldo della giornata era quello mangiato la sera, al rientro a casa: l'unico davvero ''cucinato''. Qui in Sardegna si trattava spesso di una minestra, la più semplice delle quali è la ''minestr'e ollu'', cioè un soffritto di olio e cipolla, allungato con brodo, in cui si fa cuocere della pasta o della fregola.
A casa mia si faceva frequentemente una versione rossa di questa minestra. Quando si preparava il sugo con i pomodori freschi si procedeva così: si mettevano a cuocere in tegame dei pomodori da sugo tagliati a pezzi. Poi si rovesciavano in un colapasta poggiato su un recipiente, e si lasciavono così per qualche ora. In questo modo rilasciavano la parte più acquosa e agra. I pomodori rimasti nel colapasta si usavano per fare la salsa di pomodoro, che in questo modo riusciva più densa e più dolce. La parte acquosa invece si usava per fare la minestra rossa, detta in famiglia ''la minestra del gatto con la rana''.
Si prepara un piccolo soffritto di cipolla e olio.

Si aggiunge l'acqua di pomodoro, e, se non fosse sufficiente, anche passato di pomodoro o anche concentrato e acqua. Ci sta bene un'aggiunta di basilico o prezzemolo.
Quando bolle si aggiusta di sale e si versa dentro della fregola, oppure pastina tipo stelline, e si lascia cuocere.
  Si serve con parmigiano.





La storia di questa minestra la trovate qui:
La minestra del gatto con la rana

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