domenica 14 settembre 2014





SESSO E CIBO: UNO STRETTO LEGAME




Quando negli anni '30-'60 del secolo scorso gli scrittori di fantascienza e i disegnatori cercavano di immaginare il futuro, ritenevano che entro il 2000 saremmo tutti andati al lavoro, o a scuola, con le cinture volanti, e che un'elica sul cappellino ci avrebbe trasformati tutti in piccoli elicotteri, oppure che il cibo sarebbe stato ridotto in pillole contenenti tutto il fabbisogno.
Evidentemente è molto azzardato fare previsioni per il futuro, non ci si azzecca mai. Soprattutto riguardo al cibo liofilizzato e compresso in pillole: non si prendeva in considerazione la propensione al piacere degli animali, e in particolare degli umani
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I piaceri della tavola son considerati dalla maggior parte di noi come irrinunciabili. Nessuno gradirebbe sfamarsi con le pillole, più di quanto non si gradisca di limitarsi ad un film porno anzichè consumare un soddisfacente rapporto sessuale. Questo perchè gli originali sono più allettanti, e gli umani li ricercano.
Il desiderio del cibo e quello sessuale sono desideri viscerali, ambedue legati alla sopravvivenza. Inoltre, secondo Leon Rappoport, è evidente il fatto che, tolti cibi, bevande e blandi pacificatori orali accessori, come sigarette, pipe e gomme da masticare, le uniche cose che siamo disposti a mettere in bocca sono certe parti anatomiche del corpo dei nostri partner sessuali.


Secondo Freud, il bimbo che succhia sta sperimentando la fonte originaria di ogni piacere dei sensi. Il contatto pelle contro pelle durante l'allattamento è inseparabile dal piacere della poppata, ed è fondamentale per le successive esperienze erotiche. E il legame implicito del sesso col cibo rimane per il resto della nostra vita.
Questo legame si evidenzia anche nel linguaggio. In francese vi è una parola che si riferisce alla sensazione di intenso piacere viscerale che può arrivare sia dal sesso che dal cibo, qualora siano grandiosi: la ''jouissance''.  Ugualmente, in un atto sessuale impetuoso, i partners si ''consumano'' l'un l'altro, in senso letterale; dove il verbo ''consumare'' ha il significato anche di ''mangiare'', sia in italiano che in inglese (to consume). Forse per questo si parla di ''consumare'' il matrimonio.
Prima della consumazione, però, una coppia si conosce in genere con più calma. Durante questo periodo di conoscenza, nella maggior parte delle culture è compresa anche la condivisione di qualche pasto: per acquisire maggiore confidenza si va a cena fuori.

 

Se la cosa funziona ci può essere un passo successivo più intimo: uno dei due va a cena a casa dell'altro, che cucinerà per lui. In qualche modo sono dei passi verso l'intimità sessuale: mangiare insieme è un atto intimo. Cucinare insieme lo è ancora di più.



 
















Sono poche le situazioni in cui l'uomo è sexy come quando sta cucinando per noi, Anche se vestito e non palestrato.
Quando la convivenza ha inizio, tutti i dettagli ritenuti senza importanza prima, non solo diventano importanti, ma inevitabilmente oggetto di compromessi: quale taglio di carne il partner preferisce? quale marca di biscotti o merendine? quale formato di pasta? più sale o meno sale? Quali cose, ingurgitate tranquillamente nel periodo del corteggiamento, si scopre che in realtà non gli piacciono affatto?
Si trova allora una pacifica via di mezzo che diventa presto abitudine.
Qualcosa di simile avviene anche nella vita sessuale: si sfronda il rapporto di tutte le cose che interessano meno, e si praticano solo quelle che di sicuro piacciono ad ambedue. Si scartano così  novità,
modifiche e rischiosi voli pindarici. Dopo alcuni anni il desiderio è meno ardente, i preliminari scompaiono quasi del tutto, gli odori, i movimenti dell'altro su cui prima si sorvolava, diventano irritanti, il russare, le abitudini sgradevoli, fanno affievolire la passione. 
La monotonia fa perdere l'appetito a tavola come a letto: il solito pollo la domenica, il solito missionario il sabato sera. 
 
Nicki Cornwell, Brunch Blues, 2005

Il matrimonio può comunque durare molto se basato su altri fattori, ma se sesso e cibo diventano pesanti fonti di malcontento, è probabile che la relazione naufraghi. Dopo il naufragio in genere la donna si mette a dieta, mentre l'uomo regredisce verso fast food e cibo da asporto davanti alla tv.



Frammischiare cibo e sesso è il sogno di tanti, più sogno che pratica, magari vista solo al cinema: l'idea di cospargere (e poi leccare) il corpo del partner di miele, fragole, panna, nutella (mai minestrone, ancorchè più buono delle fragole) rappresenta il godimento contemporaneo di due piaceri carnali, un topos dell'erotismo.


Rientra in questa categoria anche il gesto del viveur ottocentesco che beveva lo champagne dalla scarpina della cortigiana amata.


Altra connessione tra sesso e cibo si incontra anche nelle immagini usate per indicare gli organi sessuali: la banana è la più tipica rappresentazione del pene (ma anche zucchine, cetrioli, pannocchie); meloni e pompelmi simboleggiano i seni; cozze aperte, ostriche, fichi spaccati a metà, fragole, rappresentano la vagina.


C'è infine la fissazione comune a tutti i popoli di ricercare cibi afrodisiaci. Ogni paese ha le sue teorie, nessuna provata. Purtroppo per alcuni popoli si tratta di corno di rinoceronte, fegato d'orso, zanna d'elefante. Per altri, frutti di mare come ostriche, datteri e tartufi (questi ultimi anche di terra), e tendenzialmente tutti i piatti piccanti e molto speziati, ricchi ed elaborati. A nessuno capita di considerare un piatto scialbo come qualcosa di afrodisiaco. 
In linea di massima si tende a ritenere più sensuali a letto i buongustai piuttosto che gli inappetenti, così come istintivamente si crede che l'appettito sessuale vada a braccetto con quello a tavola. E anche che lo stile che una persona ha nel mangiare somigli a quello che tiene a letto.
Tornando al sogno dei cibi afrodisiaci, ciò che sembra più serio è avere un approccio scientifico al riguardo. Alcuni cibi contengono un principio attivo che nel migliore dei casi aiuta la circolazione sanguigna o favorisce il rilascio dei cosiddetti ormoni dell’amore. È il caso del peperoncino che contiene la capsicina che stimola la prostata, e che ha proprietà vaso-dilatatorie, favorendo quindi l'afflusso del sangue ai genitali. Un effetto simile è riconosciuto anche allo zenzero, alla paprica, e alla cannella. Il cioccolato contiene feniletilamina, una sostanza prodotta dal cervello nella fase dell’innamoramento che stimola il rilascio della serotonina, provocando un'intensa sensazione di benessere (vedi spiegato qui). Il tartufo invece contiene androstendiolo, un ormone presente anche nel sudore umano, le cui sostanze odorose agiscono a livello olfattivo attraendo l’altro sesso.  Infine, il vino: soprattutto quello rosso, che se consumato nella giusta quantità rende più disinibiti ed estroversi, quindi più inclini a lasciarsi andare (ma attenzione! vedi anche qui).
 
Un mio parere personale: questo è l'unico cibo afrodisiaco, lo zenzero


Peraltro il cibo è essenziale per avere un appetito sessuale: poco cibo priva la persona di ogni pulsione sessuale, come avviene nelle persone anoressiche o nei prigionieri in un campo di concentramento. Le persone bulimiche sono molto propense a ricercare relazioni sessuali, e talvolta sono tanto promiscue col sesso quanto lo sono col cibo. Quando invece il cibo viene posto in antitesi col sesso, e usato come surrogato, le pulsioni sessuali vengono cancellate. In pratica, il troppo e il troppo poco portano al medesimo risultato.

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